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L'Inter saluta Zanetti, il suo grande Capitano

Dopo 19 anni e 856 partite l'argentino saluta i tifosi nerazzurri per la sua ultima partita a San Siro

L'Inter saluta Zanetti, il suo grande Capitano

Quando un campione si ritira è sempre una grande emozione per i suoi tifosi. Ma con Javier Zanetti l'emozione è doppia e coinvolge non solo i tifosi dell'Inter. Perché l'atleta più pettinato del mondo (difficile scovare negli archivi una foto che ritragga Zanetti spettinato, anche dopo 90 minuti di gioco) è una bandiera, un uomo che ha dedicato tutta la sua vita al calcio (856 partite giocate in nerazzurro, 145 con la nazionale argentina) con una serietà, sul campo e fuori, che mai nessuno ha osato negare. Un vero e proprio esempio per tutti: tifosi, società e giovani. Ma anche per gli avversari. Quando arrivò all'Inter, poco più che ventenne, fece subito capire di che pasta era fatto. Beppe Bergomi racconta così quel giorno d'estate del 1995: "Primissimo allenamento, facciamo possesso palla. Lui non la perde mai, gli resta sempre incollata al piede. Quel giorno pensai che avrebbe fatto la storia dell'Inter". E così è stato, sia nei momenti più bui per la storia nerazzurra, sia in quelli di massima esaltazione.

Zanetti lascia per sopraggiunti limiti di età: il 10 agosto, infatti, festeggerà i 41 anni e un calciatore normale a quell'età è ormai da un pezzo lontano dai campi da gioco. Lui no. Ha fatto registrare un record di longevità, aiutato da un fisico eccezionale, che gli ha permesso di tirare fino a questo punto sempre ad altissimi livelli, e da una testa non da meno.

A rendere omaggio all'ultima partita di Zanetti a San Siro, lo stadio che per quasi venti anni gli ha regalato gioie e dolori, il pubblico delle grandi occasioni, come se si giocasse una finale importante. E in tribuna, ad applaudirlo, ci sarà anche anche Erick Thohir, appositamente giunto in Italia per la grande occasione. "Sono felice per lui, lavorerà con noi nel club ma ne discuteremo a fine stagione", ha detto l'indonesiano al suo arrivo a Milano. La grande festa in onore di Zanetti, con tanto di giro di campo e lacrime agli occhi, è macchiata da un vuoto: la curva Nord, infatti, è stata chiusa dal giudice sportivo per i cori offensivi contro i napoletani. Ma gli ultras saluteranno lo stesso il loro Capitano. Lo aspetteranno dopo la partita, nello storico ritrovo del Baretto, appena fuori da San Siro. Perché una grande storia di reciproco amore non può finire senza neanche un saluto e un grazie. E l'ultimo abbraccio degli ultras andrà anche ad altri due eroi del Triplete, Milito e Samuel, giunti al traguardo della loro avventura milanese (sponda Inter).

Il saluto a Zanetti e l'affetto dei tifosi nerazzurri arriva anche attraverso i social network. Il web è letteralmente impazzito per il Capitano: l’hashtag #JZ4ever è schizzato in testa alle tendenze di Twitter. Ma l'affetto dei tifosi si manifesta anche su Facebook e Instagram. Sul sito dell'Inter si legge un bell'articolo di commiato:"C'è chi il nerazzurro se lo tatua sulla pelle, Javier Zanetti se l'è tatuato nel cuore. L'incrocio fra Peter Pan e Nembo Kid, versione calcio, oggi saluta lo stadio che è stato il teatro casalingo di diciannove stagioni della sua carriera". Il pezzo è intitolato "L'elogio di una straordinaria normalità". Una normalità, si legge, "tentata da delusioni e sconfitte, adulata da vittorie e coppe alzate al cielo ed è sopravvissuta indenne a tutto. L'incredibile credibilità del Capitano è qualcosa di riconosciuto universalmente. Non c'è avversario che non lo rispetti, allenatore che si sia sentito tradito, compagno di squadra che non abbia ricevuto un incoraggiamento". Stasera Zanetti "saluta il campo di San Siro, gli mancherà come l'aria, qualsiasi cosa gli riservi il futuro. E ci vorrà un po' di tempo per tutti, per capire che l'annuncio dello speaker non avrà più in formazione Javier Zanetti. Perché da un certo momento in poi, quasi da subito - è la conclusione - dire Zanetti era come dire Inter".

"Un capitano, c'è solo un capitano". Quante volte i tifosi hanno reso omaggio a Javier con queste parole gridate a squarciagola. E lui ha sempre ricambiato con amore e sincera passione per i colori nerazzurri. Arrivato alla fine, all'ultima partita davanti al suo pubblico, da tifoso dell'Inter mi auguro di poterlo avere con noi per tanti anni ancora, magari come dirigente, con un ideale passaggio di testimone tra Giacinto Facchetti, altro grande capitano e suo amico ed estimatore, e Javier. L'uomo che, come qualcuno ha scritto prendendolo un po' in giro, non ha mai cambiato faccia. Perché è davvero così, basta scorrere le figurine degli ultimi venti anni per rendersi conto che Zanetti è rimasto sempre lo stesso.

Un bravo ragazzo con un cuore enorme.

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