Ok, è vero: non ci siamo qualificati per i Mondiali di calcio in Qatar; va bene, ammettiamolo: quando le nostre «migliori» squadre di club mettono le narici fuori dal campionato di casa, il più delle volte se tornano indietro col setto nasale spaccato. Però, quando si tratta di giocare a tavolino, non ci batte nessuno. Non è quindi un caso se l'Italia ha trionfato a Roma nel campionato del mondo di Subbuteo, unica specialità di soccer dove, più che i piedi buoni, devi avere le dita con le unghie ben modellate.
In finale gli azzurri del ct Marco Lamberti hanno sconfitto l'altroieri il Belgio 2 a 1 grazie alla mobilità (si fa per dire) dei bomber basculanti Luca Colangelo, Matteo Ciccarelli, Daniele Bertelli, Saverio Bari, Claudio La Torre e Filippo Cubeta. Nomi che al grande popolo del football tradizionale non diranno nulla, ma che sono musica per le orecchie della piccola tribù amante di quello che all'origine si chiamava semplicemente «The Hobby» e che poi nel corso degli anni si è trasformato in Subbuteo.
A lanciarlo fu in Inghilterra (e dove se no?), nel 1947, l'ornitologo Peter Adolph, scopiazzandolo però dal «passatempo» - noto come «New Footy» - già creato negli anni '30 da tale sir W.L. Keelings.
In Italia il Subbuteo ebbe il suo periodo d'oro durante gli anni '70 e '80, sempre caratterizzato da una struggente vena crepuscolare, complice forse l'involontaria sponsorizzazione «ideologica» da parte di giovani testimonial dell'epoca (modello-Walter Veltroni), già allora dall'aria decadente nonostante la verde età.Il quesito «politico» si è riacceso di recente: ma il Subbuteo è di destra o di sinistra? Mastella giura, addirittura, che sia di centro.
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