L'Italvolley si rialza di bronzo: "Siamo l'immagine del Paese"

L'Italvolley si rialza di bronzo: "Siamo l'immagine del Paese"

È bronzo, è festa, è Italia, medaglia pesante, sport importante, concorrenza importante. «Perché ci sono 220 federazioni in questo sport», dirà ct Berruto, «e vuol dire che ne abbiamo solo due davanti». Vero. Sacrosanto. Da sottoscrivere perché c'è medaglia e medaglia. Questa è la numero ventiquattro che pare impossibile ma avanti così. Ha aperto l'ultimo giorno olimpico e la famiglia azzurra felice ringrazia e ringrazia famiglia Berruto e figli, tutti accontentati. Papà aveva detto «lotteremo per una medaglia» e papà la medaglia porta a casa. Oddio, la portano i bravi ragazzi della squadra perché non è prevista per i ct, ma questo papà lo spiegherà poi ai figli. Papà che dice «abbiamo fatto una cosa gigantesca, venti giorni d'olimpiade sono stati per me, per noi, venti anni di vita». Per cui quei bravi ragazzi del volley sono ora tutti più vecchi. Bravi ragazzi in festa, come capitan Savani che ha di nuovo fatto il diavolo a quattro, il leader, l'uomo che ha preso per mano la truppa e a suon di ace e schiacciate e ghe pensi mi l'ha fatta salire sul gradino basso del podio. Che però, credeteci, è altissimo, pesantissimo perché hanno giocato bene come contro gli Usa, perché a muro sono stati fortezza, perché la Bulgaria ha capito che il 3-0 dei gironi era stato una svista, una distrazione. Bulgaria che però non ha mollato mai, Bulgaria che poi è un'altra Italia.
È bronzo ed è podio dopo il passaggio a vuoto di Pechino 2008, terzo posto perso contro la Russia; è bronzo dopo l'argento di Atene, oro perso contro il Brasile. Già, Russia e Brasile che si sono giocate la finale ed è finita a sorpresa(3-2 russo) e ora c'è un popolo in festa e uno a cui un filino girano. Già, Brasile e Russia, il Brasile che ci ha seccato in semifinale come in Cina quattro anni fa; e la Russia che con il vice coach Camillo Placì acchiappò a Pechino il bronzo seccandoci anche lui. Già, il vice coach Placì ora in forze alla Bulgaria, praticamente un eroe nazionale, amato dal premier Borisov e persino dal presidente Plevneliev «perché la pallavolo è nel mio sangue» ripete di continuo il capo dello stato. Placì vice coach che però fa il coach, e che sembra una commedia non bulgara ma all'italiana, anni Settanta, non foss'altro per la simpatia a pelle e la parlata alla Banfi, nel senso di Lino, di questo pugliese doc. Perché il vice coach era ed è a tutti gli effetti il coach in pectore e il ct titolare era ed è a tutti gli effetti il traduttore in pectore e presta nome della panchina bulgara. Beghe loro, non nostre, ma è stato uno spasso sentire entrambe le panchine, ad ogni time out, parlare italiano e italiano misto pugliese tanti sono i giocatori di Sofia e dintorni che militano da noi. Un derby, insomma.
E ora Gigi Mastrangelo dice che «questo bronzo vale oro» e ha ragione e guai a contraddirlo, «e in campo siamo stati bravi con il servizio e abbiamo toccato tanti palloni a muro, cosa che non ci era invece riuscita contro il Brasile». E ora l'altro nonno azzurro, Samuele Papi, dice «non è da tutti vincere una medaglia alle Olimpiadi... e questo noi abbiamo fatto». E ora e soprattutto lui, il capitano, leader dei nostri bravi ragazzi, Cristian Savani pacatamente osserva che «siamo stati bravi a tenere duro dall'inizio alla fine. La battuta ha funzionato e questo ci ha permesso di essere più forti a muro e di creare dei break».
È bronzo, è festa, e allora avanti con i bravi ragazzi, con questa nazionale scommessa nata un po' vecchia e un po' giovane per unire saggezza e incoscienza, quest'ultima, secondo Berruto, chiavistello per le imprese. Una ricetta, una teoria, un credo che in tempi di spread e sberloni ad alto tasso, andrebbe adottata anche altrove. Lui lo sa, lui lo sente.

Non potrà portare fisicamente una medaglia ai suoi figli ma un consiglio per far star bene in futuro i suoi figli, quello si che lo porta. Dice: «Non conta quando si cade, soprattutto coi grandi come accaduto a noi, conta quando ti rialzi. Questa medaglia è un tributo al nostro Paese, alla sua capacità di rialzarsi».

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