Macedonia indigesta per l'Italietta

Inutile il gol di Chiellini. Azzurri sommersi da fischi e play off mondiali non ancora sicuri

Macedonia indigesta per l'Italietta

Davide Pisoni

nostro inviato a Torino

Un'Italia da dimenticare non si mette in tasca nemmeno il pass per i playoff mondiali. Manca ancora la matematica perché la Nazionale rimedia una mezza figuraccia con la Macedonia, difficile definire diversamente il pareggio che obbliga ad aspettare l'ultima giornata per centrare l'obiettivo che non era scontato al di là delle battute di Ventura che si sentiva già qualificato alla vigilia. E se dovesse arrivare lunedì in Albania sarebbe una magra consolazione perché l'obiettivo vero che avrebbe dato una dimensione diversa alla Nazionale era volare direttamente in Russia. Ma la Spagna ha ribadito ancora una volta le gerarchie che ormai durano da dieci anni, esclusa qualche sporadica eccezione. Comunque per gli azzurri passare dalle forche caudine dei playoff, se ci arriveranno, non sarà una passeggiata visto il lotto delle partecipanti che si sta delineando. Il pari con la Macedonia, squadra che solo in Spagna e nel finale aveva deragliato, consiglia di non esercitarsi in voli pindarici che potrebbero in caso di caduta davvero provocare una catastrofe, una tragedia, un'apocalisse.

Un'Italietta, insomma, che comunque dopo mezz'ora ha già in cassaforte il secondo posto grazie alle Furie Rosse che a quel punto erano già avanti di tre gol con l'Albania. Invece per la formazione di Ventura un andamento eccessivamente lento. E così di azzurro sotto il cielo di Torino c'era solo la maglia di Buffon, per la prima volta vestito d'azzurro in 172 presenze. Il capitano ha debuttato con quella che dovrebbe essere la maglia ufficiale del mondiale di Russia, la scaramanzia questa sconosciuta in Federazione.

Comunque non mancano gli alibi: l'assenza di tutto il centrocampo titolare (Verratti, De Rossi, Marchisio) e dell'attaccante designato (Belotti). Così Ventura da uomo navigato è andato sul sicuro: dentro la BBC, l'ultima volta fu a Cardiff in Champions, e sugli esterni due ex granata dei suoi come Zappacosta e Darmian. Il ct rassicurato dall'aria di casa, dal suo stadio nell'esperienza granata, seduto sulla stessa panchina ha confermato la sua metamorfosi da allenatore a selezionatore, ad esempio preferendo Verdi che gioca nel Bologna a Bernardeschi che quasi sempre guarda nella Juventus. E anche se la difesa a tre è un inedito o quasi sotto la sua gestione, la Macedonia ha detto che comunque è un'ancora di salvataggio. A patto che Bonucci torni quello dei sei scudetti con la Juventus e non la controfigura in questi primi mesi di Milan. Anche in Nazionale il centrale rossonero conferma il suo momento negativo, lui che dovrebbe essere uno dei punti di forza, tra i pochi ad altezza mondiale a livello individuale. Contro la Macedonia, mancando Verratti, solo uno conferma di avere il talento per avere qualcosa da dire sul palcoscenico della Coppa del Mondo: Lorenzo Insigne. In tutte le azioni pericolose dell'Italia c'è il suo destro, una sua invenzione. Lo scugnizzo napoletano che con l'Italia veste senza problemi il numero dieci in questo momento ha la forza per prendere per mano la Nazionale, per accendere un attacco che ha un disperato bisogno di gol. Perché con la Macedonia ci deve pensare Chiellini che deposita in rete l'assist di Immobile a cinque minuti dall'intervallo. E scoprire che il difensore bianconero con otto centri era il miglior marcatore azzurro tra quelli presenti non ha fatto altro che aumentare le ombre sul futuro. Servono i gol, ma serve anche il gioco.

Insomma serve molto se non tutto, il pareggio di Trajkovski lo conferma insieme ai fischi dell'Olimpico. Per Ventura che abbassa la testa non è più tempo di battute strampalate. Ha tre giorni di tempo per evitare la catastrofe.

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