Magnifico azzardo che non ha pagato

Alla luce dei valori tecnici in auge, il magnifico azzardo di Vettel, in testa da 4 giri, con le Super-soft, al momento dello scoppio della posteriore destra, platealmente, sul rettifilo del traguardo, va giudicato come plausibile, soprattutto perché la sensibilità del quadri-campione del mondo è proverbiale e perché la sosta di Raikkonen, 4 giri prima, aveva rappresentato il miglior controllo da parte degli specialisti di Maranello, per decidere con sicurezza di approvare una condotta che, nella consuetudine, avrebbe consigliato di mettersi al riparo da negative conseguenze. Ma questa è la competizione, con tutti i suoi rischi per grandi imprese. Di sicuro, le gomme della Ferrari, al 27° giro, erano fuori dai limiti, in condizioni accettabili solo grazie alle regolazioni e alla grande guida di Vettel. Basti osservare che il fornitore-pneumatici aveva dichiarato alla vigilia che la favorita strategia in Super-Soft, contro la capziosità delle Ultra-soft, si sarebbe realizzata con un massimo di 16 giri. La differenza appare enorme e tale da consentire un unico Pit-stop, come non era stato pianificato per Raikkonen.

Comunque, con queste tenerissime mescole, nelle particolari condizioni di pista liscia e riasfaltata, i cedimenti sono stati sempre improvvisi e nelle ultime curve, con la complicità di un cordolo. Peccato, perché, nell'appassionante confronto Ferrari-Mercedes-Rbr si attendeva proprio dal cordolo, l'antico binario di Fangio, un ruolo di collimatore tra le diverse geometrie e caratteristiche di sospensioni.

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