Europei 2020

Cosa c'è dietro l'abbraccio tra Mancini e Vialli

L'abbraccio a fine partita dei gemelli del gol fa tornare alla mente la sconfitta di Wembley contro il Barcellona nella finale di Coppa dei Campioni del 1992

Cosa c'è dietro l'abbraccio tra Mancini e Vialli: il rimpianto di Wembley

''Se ci siamo ripresi qualcosa in questo stadio? No, è ancora lunga. Ne mancano tre per riprenderci quella notte…'', ha detto a caldo Roberto Mancini riferendosi alla sconfitta della Sampdoria in finale di Coppa dei Campioni nel 1992 contro il Barcellona.

L'abbraccio più bello della serata non poteva che essere quello tra di loro, Mancini e Vialli, i gemelli del gol come vennero soprannominati quando trascinarono la Sampdoria alla conquista del primo ed unico scudetto della sua storia. Per oltre un’ora e mezza ieri sera, insieme hanno rivissuto i fantasmi di Wembley, quel pianto sul campo dello stadio londinese, dopo essere arrivati ad un passo da un'impresa impensabile. Poi i gol di Chiesa e Pessina ai supplementari sono arrivati come una liberazione: quando l'arbitro ha fischiato la fine, Gianluca Vialli ha abbandonato la panchina e si è buttato tra le braccia di Mancini in un abbraccio liberatorio diventato già un simbolo.

''Se ci siamo ripresi qualcosa in questo stadio? No, è ancora lunga. Ne mancano tre per riprenderci quella notte…''. A fine partita il ct non ha nascosto le emozioni, il legame con quello stadio e quella partita è ancora lì dentro di lui. C'erano tutti e due in campo, Mancini e Vialli, una coppia d'attacco complementare come poche altri nella storia del calcio italiano. Roberto faceva gli assist e Gianluca faceva gol. Che spettacolo tutte le domeniche in quegli anni dimenticabili. Insieme hanno costruito qualcosa di impensabile, sotto la guida di papà Vujadin Boskov e di un presidente competente ed appassionato come Paolo Mantovani. Una favola finita nel modo più crudele possibile con quella maledetta finale di Coppa dei Campioni, persa contro il Barcellona proprio a Wembley. Una punizione negli ultimi minuti dei supplementari dello specialista Ronald Koeman si infila sotto la barriera di Pagliuca mettendo la parola fine a quel sogno.

Come non pensare a quella notte, alle tante occasioni gol mancate e a quel gol allo scadere di Koeman? Impossibile dimenticare, di sicuro ci pensano eccome. Ventinove anni dopo guardando lo spirito messo in campo dalla squadra c'è davvero tanto di quella fantastica intesa e di quella magia. È stato Mancini a volere l'amico e compagno nello staff della Nazionale e Vialli ha risposto con entusiasmo a quella chiamata che arrivava dopo un periodo difficile. Non solo Vialli e Mancini, di quello straordinario gruppo della Sampdoria, oggi insieme a loro in Nazionale ci sono anche Attilio Lombardo, Fausto Salsano e l'ex portiere Giulio Nuciari. Perfino Chicco Evani, transitò in blucerchiato dopo gli anni d'oro al Milan. Erano davvero una grande famiglia proprio come l'Italia di oggi. In fondo guai a dimenticarlo, mancano ancora tre partite''per riprenderci quella notte''.

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