Calcio

Mancini, oriundi l'unica strada. E Carletto avrà tante spiagge

Così fan tutte. È la promessa, sembra quasi una minaccia, con cui Roberto Mancini ha chiuso la settimana azzurra domenica notte a Malta

Mancini, oriundi l'unica strada. E Carletto avrà tante spiagge

Così fan tutte. È la promessa, sembra quasi una minaccia, con cui Roberto Mancini ha chiuso la settimana azzurra domenica notte a Malta. Ha ricordato cioè che i nostri concorrenti, Belgio, Germania, Francia, Inghilterra, si comportano proprio come ha fatto lo staff del club Italia andando a pescare in Argentina, in un club di seconda fascia tra l'altro, Mateo Retegui ancora alle prese con l'apprendistato calcistico ma già in grado di mostrare qualche qualità, la preferita degli attaccanti di nuova e vecchia generazione, fare gol insomma. A sentire la convinta tesi del ct, dobbiamo allora arrenderci a questa pratica che, storicamente, non ci portò molto lontano. Un esempio su tutti: in occasione del mondiale del '62, spedizione in Cile, al netto della scazzottata con Leonel Sanchez e soci, riuscimmo nell'impresa epica di schierare i talenti rinomati quali Maschio, Sivori e Altafini realizzando l'umiliazione di una precoce eliminazione, grazie anche alla triade che guidava la spedizione, un allenatore vero e proprio, Ferrari, più due dirigenti, il vice-presidente del Milan Spadacini e il presidente della Spal Mazza. Se questo è il futuro del calcio europeo, di sicuro sarà più fortunato di noi Carlo Ancelotti, probabile ct del Brasile dalla prossima estate per un motivo che ricorre nella spiegazione del deserto calcistico esibita da Mancini in materia di attaccanti. Da noi non si gioca più per strada, le nostre strade sono occupate da auto, biciclette, moto e monopattini, gli oratori sono virtualmente chiusi e nelle scuole-calcio insegnano la costruzione dal basso invece di spandere il seme della tecnica e della fantasia lasciata libera e affidata all'estro puro. Per questo motivo il più fortunato dei prossimi anni sarà appunto il nostro amato e stimato Carletto perché in Brasile le spiagge restano uno sterminato campo di calcio, le temperature invogliano a mettersi in pantaloncini e a tirare quattro calci all'aria aperta.

Ecco allora il punto: siamo proprio sicuri che la corsa all'oriundo, rubacchiando un ragazzo di qua e uno di là, sia la strada giusta? Forse è il caso invece di ripensare al nostro attuale modo di insegnare calcio e magari invertire la rotta fin dai settori giovanili.

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