Chissà dove tengono le mani quando dicono queste cose, ma intanto le dicono: «Si può anche perdere...».
Alla vigilia di Inter-Juve suona come il clacson in chiesa, anche se poi Mancini cerca di dare un senso a chi non ce l'ha: «Il nostro obiettivo è tornare in Champions, si può anche perdere se poi si vince lo scudetto». A pensarci bene è l'unico modo per far pronunciare la parola scudetto al Mancio perché il termine porta una sfiga ciclopica e di conseguenza lui scansa perfino l'idea di essere il favorito: «Lo è la Fiorentina, prima in classifica. E poi ci sono Napoli, Juventus e Roma più attrezzate, ai vertici da diversi anni e non hanno cambiato molto». Ma non si riferiva alla Juventus che ne ha presi undici: «Tutti bravi, Pogba forse uno dei migliori al mondo, tutti oltre la media».
Questa volta nessuno gli ricorda che l'Inter gioca male, nessuno ha più detto che l'Inter gioca male appena ha smesso di fare i tre punti, allora ci pensa lui: «Vincere 1-0 giocando male a me va benissimo, mi basta vederli concentrati. Rivedere l'Inter delle prime giornate non mi dispiacerebbe proprio». L'Inter che non piaceva agli altri, al Mancio piaceva tantissimo, anzi ne ha nostalgia. E non si capisce come dargli torto. Vorrebbe dire scaraventare i bianconeri a undici punti: «Tutto per loro diventerebbe più difficile, ma non tanto per il distacco da noi, ma perché si troverebbe a 8 o 9 punti da troppe squadre molto attrezzate, con la Champions da disputare, diventerebbe più complicato rientrare».
Arrivano i suggerimenti, due davanti alla difesa, oppure Guarin, Melo, Medel e Kondogbia con la difesa a quattro, Mancio sembra sorpreso: «È una possibilità, però se giocano tutti e quattro significa che qualcuno deve restare fuori». Il riferimento a Perisic o Jovetic è immediato. In realtà il vero rischio è un'assenza di Icardi, l'unico senza sosia anche se Mancini è molto tenero con Manaj: «Ha grandi qualità e molta grinta, paragonarlo a Balotelli ci può stare ma Mario alla sua età era molto più tecnico».
Insomma chi gioca? «Il gol della Samp? - risponde Mancini - Se consenti a un terzino di crossare allora... La sua velocità rende Cuadrado immarcabile, ci vuole uno furbo che capisca prima lo sviluppo dell'azione. Kondogbia? Bisogna lasciargli il tempo di migliorare e maturare». C'è un modulo, ma la partita la vinceranno gli undici più forti, dove li metti, li metti. Il vincitore riceve una spinta alla propria autostima che lo mette in discesa per qualche mese, l'Inter ha la possibilità di porre fine al comando bianconero alla vigilia di un'assemblea dei soci dagli sviluppi imprevedibili. Oltre all'approvazione del bilancio verrà ratificata l'uscita di Marco Fassone, e Massimo Moratti potrebbe rendere nota la decisione di cedere il 29 per cento delle sue quote. Aveva accettato su esplicita preghiera di Thohir che lo voleva al fianco nel periodo del suo insediamento, accettare fu un atto di grande signorilità da parte dell'ex presidente. Sono passati quasi due anni, non ha più senso avere un terzo.
Moratti rientra da Londra per assitere a Inter-Juve, domani Thohir chiederà un aumento di capitale, Moratti con garbo declinerà l'invito, ma non è vero che era un socio scomodo, è che c'è un tempo per tutte le cose. Poi se l'Inter tirerà una legnata alla Juventus lui sarà il primo a esserne orgoglioso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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