Poco più di un allenamento. Questo vale e questo pesa, sul piano tecnico, il successo degli azzurri 2 di Mancini sotto la pioggia di Vaduz il quale consegna alla cronaca e agli archivi una serie di risultati virtuosi: record di vittorie consecutive come accadde nella notte dei tempi a Pozzo, progressi vistosi nella classifica Fifa in vista del sorteggio per il prossimo mondiale, qualche giudizio lusinghiero e molte seconde linee da rivedere o da lasciare in panchina senza rimpianti. Uno su tutti: Grifo, il ragazzo nato in Germania con passaporto italiano, gioca nel Friburgo e riscuote la stima del ct. Per tutto il primo tempo, il tecnico deve richiamarlo più volte, correggergli la postura e consigliargli di andarsi a cercare spazi utili sui due binari perché da solo, invischiato nella tela della difesa di casa, non riesce proprio a liberarsi.
Non è l'unico a raccogliere voto basso perché anche Zaniolo, da mezz'ala, balbetta calcio. Per fortuna del nostro futuro e della stessa Nazionale nuovi capitani crescono. È il titolo del capitoletto che racconta della decisione del ct di spedire in campo uno schieramento inedito per dieci undicesimi, con una sola conferma rispetto alla sfida di sabato sera con la Grecia, il titolarissimo, Marco Verratti, che da capitano, si assume tutte le responsabilità del veterano e guida l'assalto al fortino avviando le più efficaci azioni d'attacco che producono nel primo tempo solo il sigillo di Bernardeschi.
Con lui, come lui, sul piano del rendimento, c'è da segnalare l'eccellente perfomance di Sirigu, il portiere che nel Toro è un pilastro e che qui, avendo incrociato sulla sua strada Donnarumma, deve accontentarsi di fare il secondo, un po' come avvenne ai tempi di Albertosi per Dino Zoff. Dinanzi al Liechnstein è costretto a un paio di interventi prodigiosi e di uscite spericolate per via delle distrazioni sul lato destro difensivo, tra il deb Di Lorenzo e l'altro Mancini, due anelli deboli. Una, due, tre, quattro le palle-gol sventate dal portierone granata. Altra garanzia per l'europeo. Meritati poi, quando cede la resistenza dei fragili rivali, il due gol di Belotti nella ripresa, al pari del primo squillo azzurro della carriera di Romagnoli per il 3 a 0 e il sigillo di El Shaarawy.
Da seguire infine con particolare affetto il debutto assoluto di Sandro Tonali, un altro ragazzo 2000, un predestinato secondo i più a ripercorrere la strada di Pirlo, il ventesimo della nidiata di Mancini ct, un campione nel pescare e far maturare i giovani talenti del calcio italiano. Da qui a giugno prossimo c'è un solo percorso da intraprendere. Bisogna alzare l'asticella delle future amichevoli per collaudare meglio la consistenza del gruppo.
Fu questa la strategia di Lippi nel primo semestre del 2006 quando organizzò due amichevoli con Olanda e Germania, piegandone la resistenza. Bene: fu proprio passando attraverso quei due esami di laurea che quel gruppo cominciò a pensare di avere virtù e qualità per fare strada nel mondiale poi vinto nella famosa notte di Berlino.
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