Caro Marcello Lippi, da dove risponde oggi?
«Dalla Cina meridionale, mi trovo a Guangzhou, una delle città più ricche del paese e sto preparando la prossima sfida della nazionale impegnata nelle qualificazioni preliminari del prossimo mondiale. Sa dove giocheremo il 10 settembre? Non si metta a ridere: alle Maldive».
Se l'aspettava l'epilogo parigino del tormentone Icardi?
«Ha sorpreso anche me e devo dire che ho molto apprezzato la linea forte, rigorosa dell'Inter: alla fine ha prevalso la ragionevolezza».
Ha vinto Marotta spedendo lontano Maurito oppure Wanda Nara che ha strappato un ricco contratto dal PSG?
«La soluzione adottata soddisfa entrambe le parti. Icardi ha avuto il rinnovo del contratto con l'Inter ed è andato a giocare a Parigi che vuol dire Champions league. Sarebbe stato insensato resistere asserragliato sull'aventino. L'Inter ha liberato Appiano Gentile da una spina nel fianco di Antonio Conte che può proseguire nel suo lavoro di costruzione del suo gruppo. In un colpo solo hanno risolto due problemi».
Sbaglio o è particolarmente intrigato dall'arrivo di Conte sulla panchina dell'Inter?
«In questi casi lascio giudicare i calciatori che sono al lavoro con Antonio. Basta sentire i loro racconti entusiasti per capire in quale clima abbiano cominciato a lavorare. Il merito è dell'intesa che c'è tra Conte e Marotta derivata dalla loro comune esperienza juventina».
Cosa le piace di questa nuova Inter?
«La compattezza di squadra. Poi mi piace moltissimo Lukaku, come calciatore e come uomo. Conosco Antonio e so che sarà un martello pneumatico durante la settimana perché il suo obiettivo è dare continuità di rendimento a una squadra che per storia recente e passata, è sempre stata un giorno cicala e un giorno formica».
Allora bisogna candidarla d'ufficio per lo scudetto?
«Sono sempre i soliti tre a giocarselo: Juve, Inter e Napoli».
Sempre la Juve davanti?
«La spiegazione è quasi inutile: per ogni ruolo ha due giocatori di grande cifra tecnica come pochissimi altri club europei possono vantare. Per questo motivo piazzo la Juve nel gruppetto che può concorrere per vincere la Champions con i giganti d'Europa, Real, Barcellona, City. Per vincerla bisognerà avere fortuna che non vuol dire colpire o meno un palo ma disporre dei migliori in salute nella fase decisiva».
Paratici non è riuscito a piazzare gli esuberi...
«Il fenomeno ha una spiegazione. I calciatori di quel livello hanno capito che per vincere devono piegarsi a una nuova realtà: accettare di giocare qualche partita in meno restando in un gruppo di altissimo livello».
Che ne pensa del nuovo duello tra giochisti e risultatisti? Siamo tornati al Trap contro Sacchi...
«Si respira un'aria nuova. Perché non ci sono soltanto Sarri e Conte, o Fonseca e Giampaolo ma c'è anche Mancini che ha spalancato la sua Nazionale a giovani, bravi, tutti titolari nelle loro rispettive squadre. E infine sono arrivati da altri campionati giocatori di grande appeal come De Ligt e Sanchez».
Giampaolo ce la farà a domare San Siro col Milan?
«Chi l'ha visto lavorare alla Samp non può nutrire dubbi. A Genova ha giocato un bel calcio, dategli il tempo per mettere radici a Milanello».
L'acquisto boom?
«De Ligt per età, qualità e prezzo. Poi toccherà alla saggezza della Juve inserirlo con cautela anche se l'infortunio di Chiellini farà accelerare i tempi. Guai a dimenticare Lozano del Napoli. Lukaku è il mio preferito».
Un anno fa lei, caro Lippi, pronosticò Chiesa progetto di fuoriclasse: è sempre convinto?
«Firmerei un'altra volta a dispetto del finale dello scorso torneo. È destinato anche a lui a spiccare il volo il prossimo anno per diventare un crack».
Dal 2006, anno santo del mondiale di Berlino, la Nazionale non vince più: è venuto il tempo per...
«Per riportare l'azzurro all'altezza della sua storia. Apprezzo molto il lavoro di Mancini, il suo calcio offensivo. Vincere è operazione molto complicata ma qualificarsi e disputare un europeo con i fiocchi è possibile».
Ha fatto bene il ct a lasciare fuori Kean e Zaniolo?
«Condivido al 100% il provvedimento».
Aiuto, è tornato anche Balotelli...
«Gli auguro di esprimere tutte le sue enormi potenzialità. È tornato nella sua città, ha la stima di Mancini. Va bene l'eccentricità, questa è un'occasione unica».
Vialli sta per acquistare la Sampdoria
«Ho sentito Gianluca, gli ho parlato qualche tempo fa, è bello gasato, non conosco lo stato della trattativa né il suo gruppo, ma so che la conclusione dell'affare renderebbe euforico lui e felicissimi i tifosi del Doria».
Mihajlovic che si presenta in campo a Verona dopo la chemio che messaggio è?
«Un messaggio consolatorio per tutti coloro che hanno vissuto il suo stesso problema ed è una risposta da autentico guerriero».
A Milano, Inter e Milan vogliono costruire un nuovo stadio e abbattere San Siro: lei sta con i romantici o con i realisti?
«In certi casi bisogna essere romantici, e m'iscrivo a questo partito, e realisti al tempo stesso. Forse bisognerebbe pensare a una soluzione adottata a Londra: c'è Wembley più gli stadi dei singoli club. Sarebbe fantastico».
Scusi l'ultima curiosità, Lippi: come mai ha scelto di ritornare in Cina a fare il ct?
«Tutto è nato in occasione della visita in Italia del presidente Xi Jinping. Forzando il protocollo che impedisce ai capi di stato di salutare gli ospiti, quando mi ha visto si è fermato, mi ha stretto la mano, abbiamo chiacchierato 5 minuti, mi ha fatto i complimenti per il lavoro svolto. Io l'ho ringraziato con una pacca sulla spalla.
Più tardi il presidente Mattarella mi ha confessato che, durante la cena al Quirinale, ha chiesto se ero stato invitato anch'io. Dinanzi a tanta stima, quando mi hanno proposto il rinnovo ho accettato. Ho firmato per un anno. Se superiamo le qualificazioni, rimarrò fino al mondiale».
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