Vincere le ultime quattro del campionato non è servito al Milan per conquistare la Champions, persa per le colpevoli distrazioni patite in qualche snodo precedente (Frosinone e Parma per esempio trasferte chiuse con due pareggi). Gattuso e i suoi, nonostante il successo di ieri a Ferrara, devono accontentarsi del primo posto in Europa League, accesso senza preliminari quindi. Non è il massimo ma nemmeno un fallimento come ipotizzato da qualcuno: in tanti a casa Milan, dirigenti compresi, si illusero alcuni mesi fa che si potesse tornare nella coppa che conta. Il derby di ritorno, affrontato in condizioni psicologiche favorevoli, cambiò tutto e mandò in crisi Gattuso e i rossoneri. Da oggi è il tempo delle riflessioni e dei giudizi sul conto di staff tecnico, calciatori e area tecnica (Leonardo e Maldini). Tocca a Gazidis fare la sintesi e tirare la riga.
All'ultimo giro di giostra, il miglior inizio. Mai visto il Milan di Gattuso sgabbiare così dai blocchi di partenza con una combinazione (uno-due di Calhanoglu e Kessiè nel giro di 5 minuti) che può stordire la Spal capace però di chiudere la frazione con la capocciata vincente di Vicari da calcio di punizione. Nel mezzo del tempo c'è anche un po' di tutto. C'è innanzitutto l'infortunio muscolare capitato a Donnarumma (bicipite femorale della coscia destra) che avvia l'azione palleggiata e prolungata che porta al primo sigillo del turco (secondo in stagione) e poi c'è appunto quella replica puntigliosa della Spal che rimette in discussione lo stesso risultato con la parabola velenosa del suo difensore, imprendibile per Reina. I primi 20-25 minuti del Milan sono forse tra i più ispirati e anche i più efficaci della stagione perché gol a parte, Piatek e lo stesso Calhanoglu sfiorano il bersaglio con un paio di prodezze balistiche che danno conto della determinazione dei rossoneri. È il calcio del Milan che convince perché esprime palleggio e triangolazioni di gran pregio.
Di segno opposto invece la seconda frazione che consegna nei primi minuti alla Spal il meritato pareggio sull'ennesimo cross di Petagna e il colpo di testa di Fares che coglie Reina un po' freddo e poco reattivo. Da quel momento, anche per le notizie provenienti da San Siro e Reggio Emilia, per il Milan comincia un'altra partita e anche una serata dal sapore amaro scandita dalle sofferenze difensive, specie sul fianco destro dove Musacchio e Abate non sono il massimo dell'attenzione.
Passata la tempesta spallina, il Milan ha la forza per ripartire a testa bassa (in coincidenza con l'ingresso di Cutrone e Borini retrocesso a terzino) passando davanti nel risultato grazie al rigore concesso da Valeri per la spinta di Cionek sulla schiena di Piatek a pochi passi dalla porta. Kessiè, dal dischetto, è uno spietato cecchino: cambia lato e spiazza Viviano. Da quel momento Spal all'assalto e Milan ridotto a difendersi, con Cutrone che arretra fino alla linea dei difensori.
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