Milan, mischia da Champions. E ora l'Inter finisce dietro

Basta un autogol contro il Sassuolo, che prende un palo La squadra di Gattuso non brilla ma sale al terzo posto

Milan, mischia da Champions. E ora l'Inter finisce dietro

E sorpasso fu. Con grande batticuore e molta sofferenza. Già, perché il Sassuolo, a dispetto della sua classifica e del risultato, ieri sera ha fatto vedere i sorci verdi al Milan salito, in capo a una serata colma di affanni e di arcigna difesa, al terzo posto. Scavalcando l'Inter giusto un paio di settimane prima del derby che diventerà uno snodo decisivo. De Zerbi ha lustrato gli occhi dei 62 mila di San Siro mostrando un palleggio esemplare e un calcio geometrico. Avesse avuto a diposizione in attacco qualcosa di più incisivo rispetto a Berardi e a Djuricic, magari Boateng, forse avrebbe rovinato il sabato di festa rossonero e rianimato gli interisti ancora sotto choc dopo il ko di Cagliari. Il Sassuolo è la bestia nera del Milan degli ultimi tempi: provocò il licenziamento in tronco di Allegri, ha mandato in crisi Filippo Inzaghi, ha messo alla prova il debutto di Donnarumma e ieri si è arreso solo alla fine di una rincorsa generosa. Ha avuto una sola arma per mettere in crisi il dispositivo difensivo organizzato da Gattuso: il giovane francese Boga che ha scheggiato un palo e sottoposto a un supplizio Calabria. Alle sue spalle Sensi ha mandato in affanno Bakayoko, costretto a uscire per evidente difficoltà e perché caricato di un giallo che poteva costargli caro. Su quest'asse, il Sassuolo ha dominato il possesso palla e concesso al rivale soltanto una striscia di contropiedi. Un paio sono stati sprecati in modo sciatto dal solito Kessiè che davanti alla porta mostra limiti inquietanti, il terzo ha indotto Consigli, il portiere, a dare una manata fuori area a Piatek in fuga solitaria verso la porta, così consegnandosi all'inevitabile cartellino rosso, deciso da Valeri e confermato dalla visione del Var, suggerita dal prode Fabbri (il varista di Fiorentina-Inter). A quel punto il Sassuolo è rimasto in dieci.

Ecco, nonostante la defezione di Magnanelli e l'intervento di Pegolo in porta, il Milan ha continuato a soffrire, a non toccare biglia e a chiedere alla sua super difesa (4 gol subiti nelle ultime 12 partite) di chiudere tutti i varchi. Certo, ha pesato la fatica in settimana dell'Olimpico con la Lazio. Paquetà e Bakayoko, i più spolpati, hanno mostrato presto la stanchezza così da suggerire all'attento Gattuso un paio di provvidenziali sostituzioni: con una (Biglia) ha cementato il portone centrale, con l'altra (Castillejo) ha tentato di mettere pressione alla difesa emiliana rimasta invece a quel punto tutta dedita alla fase offensiva. Ha rischiato di lasciare praterie alle spalle: così si fa nel tentativo di rimediare quel golletto maturato nel primo tempo da calcio d'angolo e su una mischia furibonda. L'arbitro ha sorvolato su una trattenuta clamorosa di Magnanelli su Paquetà perché nell'azione Musacchio e Piatek si sono lanciati a caccia del pallone deviato però in rete da Lirola. Il Milan è diventato così ieri la terza forza del campionato. A dire il vero non ha onorato l'evento con una prova di grande autorità ed efficacia stilistica. Piatek ha avuto poche occasioni per fare boom boom, solo Calhanoglu ha onorato il suo impegno arricchendolo di giocate e di rincorse per dare una mano agli altri centrocampisti in evidente difficoltà. Questo terzo posto è tutto costruito sulla difesa, dopo Bergamo, dove peraltro l'attacco ha reso spettacolare la rimonta rossonera. La prestazione di Biglia è un primo segnale.

Può dare il cambio a Bakayoko e allo stesso Kessiè: giocano sempre e forse hanno bisogno di recuperare energie in vista dello sprint finale. A De Zerbi bisogna fare solo i complimenti. Pensate: quando è rimasto in dieci ha rinunciato a un centrocampista ma restando con tre attaccanti davanti.

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