Milan, tre punti e poco più. Gattuso: "Restiamo brutti"

Crotone piegato solo con un gollonzo di Bonucci Ma per salvare la vittoria serve pure Donnarumma

Milan, tre punti e poco più. Gattuso: "Restiamo brutti"

Milano - Tre punti e nient'altro: il Milan comincia così il 2018. Anzi tre punti col batticuore nel finale per il generoso assedio organizzato dal Crotone che non ha artigli a disposizione e sfiora la rimonta. E addirittura in una sola occasione (Trotta il protagonista) è Donnarumma a opporsi da par suo facendo dimenticare persino alla polemica curva sud quei due rilanci orribili effettuati con i piedi. È il suo limite dichiarato sul quale il ragazzo deve applicarsi nelle prossime settimane se vuole essere degno della porta occupata da Buffon in Nazionale.

Tre punti che portano la firma di Leonardo Bonucci al primo sigillo in rossonero. È eccessiva la sua festa con il solito gesto (mano che rotea intorno al viso come per dire: sciacquatevi la bocca) che si può spiegare solo per la scommessa vinta con il team manager Romeo. La palla gli sbatte sulla schiena mentre lui nemmeno guarda il portiere Cordaz, protagonista prima e dopo l'episodio di almeno 3-4 parate che tengono il Milan a distanza e consentono a Zenga di reclamare qualche aiuto dal prossimo mercato per dare più spessore al suo attacco. Milan e Crotone in effetti soffrono degli stessi limiti in zona gol: se si possono spiegare con la classifica quelli dei calabresi, risultano invece ingiustificati per i rossoneri a motivo della loro cifra tecnica e della pretesa maggiore qualità. «Sotto porta facciamo il solletico agli avversari» racconta alla fine Rino Gattuso che è una persona molto sincera e non ha voglia di raccontare la favola di Cappuccetto rosso come succede invece ad alcuni suoi colleghi. Anzi la sua analisi è persino spietata sulla complessiva prova di ieri a San Siro: «Si è visto qualcosa ma rimaniamo brutti».

Giudizio perfetto. Perché il Milan, specie nel primo tempo, ha il dominio del gioco e può alla fine produrre il seguente fatturato: 26 tiri totali, 14 calci d'angolo, 23 cross su azione. Ma da questa montagna di energie spese ricava la miseria di un solo golletto, peraltro fortunoso assai, più un secondo annullato (giustamente) dal var (Kessiè strattona Mandragora) e un terzo tolto a Kalinic per fallo su Ajeti. Troppo poco per vivere serenamente il finale del pomeriggio durante il quale in un paio di occasioni vengono i brividi a Donnarumma e Gattuso tarantolato in panchina anche per via dei 7 minuti di recupero decisi dall'arbitro Maresca. Rino, tra l'altro, se la prende con il suo team manager, Romeo, forse perché ex arbitro: la scenetta è di quelle che possono fare il giro dei social nei giorni resi vuoti dalla sosta invernale.

Il punto è allora il solito. Se Rino punta su Cutrone che è giovane, è motivato e fisicamente ben piantato, vengono fuori i limiti tecnici del ragazzo il quale è decisivo quando arriva dalla panchina a sfida inoltrata (come nel derby di coppa Italia). Quando tocca a Kalinic non succede niente di speciale e tra l'altro il suo ingresso è salutato da un po' di fischi, segnale di un pregiudizio del tifo rossonero.

Le occasioni migliori sono frutto del genio calcistico di Suso che è anche eccessivamente nervoso per il mancato gol. Centra solo il palo lontano e continua per tutto il pomeriggio a prendere di mira Cordaz sfiorando il bersaglio. Troppo poco per qualunque Milan.

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