Giovanni Malagò ha scelto la vetrina (il calcio che conta) e la missione impossibile, Roberto Fabbricini, il suo segretario al Coni che ne ha fin qui patito i ritmi vertiginosi, si è dedicato all'operazione politica più complessa, rimettere insieme i cocci della federazione. Da ieri sera il calcio italiano ha ripreso il suo viaggio verso il futuro tutto da decifrare. La scelta dei due addetti ai lavori, Billy Costacurta a Roma e Bernardo Corradi a Milano, è nata dalla loro attività di commentatori tv. In questo Malagò è stato trasversale: uno di Sky e l'altro di Mediaset premium. Sono entrambi nati nel calcio, hanno giocato ad altissimi (il milanista) e alti (il laziale) livelli, hanno maturato idee e progetti che adesso dovranno trasformare in provvedimenti e scelte. Non sarà un compito semplice: un conto è chiacchierare di calcio dietro una telecamera, un conto immergersi nella realtà di bilanci, codici e pandette. Le prime riforme, appena accennate ieri, se realizzate, basterebbero a far ricordare questo snodo malinconico del calcio italiano come una storica svolta. Malagò e Fabbricini hanno promesso in sintesi: 1) subito un ct con i fiocchi; 2) una riduzione di squadre nei campionati di vertice; 3) l'inversione di marcia, sull'esempio del basket, in materia di stranieri. Non saranno sufficienti i sei mesi previsti dall'attuale mandato.
Malagò, a dispetto dei (buoni) rapporti personali con alcuni presidenti di club, non troverà i tappeti rossi a Milano. Il suo arrivo è stato già preceduto dalla frase amarognola di Cairo («non ci sono maghi») che anticipa un clima non proprio idilliaco. Disarmare le due fazioni in campo per offrire alla serie A una degna governance, ottenere dalla trattativa per i diritti tv la cifra reclamata (1 miliardo e 50 milioni) sono due montagne da scalare. Sarà infine divertente seguire il lavoro di Costacurta. Lui e Mancini, in campo, se le sono suonate di santa ragione e non si sono nemmeno risparmiati stoccate velenose. Se l'ex Samp diventasse il prossimo ct, come sembra probabile, saranno condannati ad andare d'amore e d'accordo. Ancora più interessante sarà verificare se la presenza, mercoledì sera a San Siro per Milan-Lazio di coppa Italia, di Paolo Maldini al fianco di Gigi Di Biagio, attuale ct dell'under 21 e reggente della Nazionale maggiore per le amichevoli di marzo, può rappresentare l'anticipazione di un'altra gustosa notizia.
Se diventasse lui, Paolo, il figlio di Cesare, capitano del Milan e del club Italia, il successore di Gabriele Oriali nel club Italia? Morale: mai come in questa occasione sono i calciatori a giocarsi gran parte del credito.
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