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A mille ce n'è... Quel giorno che iniziò tutto. L'Alfa era la vera Alfa e la Ferrari non c'era

I più belli secondo Benzing che in 70 anni li ha visti tutti. Compreso il primo

A mille ce n'è... Quel giorno che iniziò tutto. L'Alfa era la vera Alfa e la Ferrari non c'era

Per me sono ormai quasi settant'anni di formula uno e alla vigilia del Gran premio numero 1000 è un attimo tornare col pensiero a quel primo appuntamento del mondiale, sabato 13 maggio, anno 1950, a Silverstone, sul circuito creato su una ex aeroporto militare. C'era lo squadrone Alfa Romeo, quelle vere, non quelle di oggi, con Juan Manuel Fangio, Nino Farina - che poi vinse gara e, soprattutto, il mondiale -, Luigi Fagioli e Reg Parnell. C'erano le rivali Maserati, le Talbot Lago, c'erano piccole scuderie che gestivano marchi diversi e i piloti privati e gentleman di un'epoca ormai dimenticata.

Non c'era però ancora la Ferrari. Avrebbe debuttato nel mondiale una settimana dopo, domenica 21 maggio, a Monte Carlo, pole e vittoria di Fangio, primo podio per la scuderia di Enzo Ferrari nel mondiale, seconda con Alberto Ascari, e primo e fin qui unico podio, in attesa ora del giovane Leclerc, di un pilota monegasco in F1 con Louis Chiron terzo su Maserati.

Eppure, pur essendo stato presente al primo dei mille Gp e averli seguiti tutti o direttamente sul posto o con le mie cronache, non annovero Silverstone fra i miei ricordi più belli. Sono altri. Questi, e i motivi sono tecnici e umani:

1° Il Gp più bello Per me è stato quello di Monza del 1951, per l'appassionante confronto 1.500 cc/4.500 cc e il più grande successo della Ferrari con Ascari, pur anticipato in Germania.

2° Il Gp più rivelatore È stato quello del Belgio del 1950, per l'incoronazione di Fangio, quando l'Alfa Romeo era tutta italiana.

3° Il più possente Quello sull'anello d'alta velocità di Monza 1955, con le Mercedes dominatrici.

4° Il più rivoluzionario Il Gp d'Olanda 1967, per il memorabile inizio della superiorità del V8 Ford-Cosworth, nelle mani del grande Jim Clark.

5° Il più sorprendente Quello del Portogallo 1958, con Stirling Moss sulla Vanwall.

6° Il più strano In tempi più recenti, non posso dimenticare, sul piano agonistico il duello di Digione, nel 1979, tra Gilles Villeneuve sulla Ferrari e René Arnoux con la Renault turbo, sfida piena di brividi e scorrettezze che oggi non sarebbero permesse animata anche dalla diversa configurazione tecnica delle monoposto: la prima aspirata e la seconda turbo.

7° Il più recente Infine, nitido è il ricordo dell'incredibile gara di Ayrton Senna nel 1984 quando, al volante della piccola Toleman, si rivelò al mondo chiudendo secondo a Monte Carlo, dietro ad Alain Prost con la McLaren, ma solo perché il direttore di gara, Jackie Ickx, interruppe la corsa anticipatamente per la troppa pioggia.

Era nata una stella.

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