Nainggolan e l'arbitro fanno esplodere il Genoa

Perin e Gasp espulsi, gol decisivo del belga. Gestaccio di Holebas. E Preziosi evoca Mafia capitale: "Succedono cose strane..."

Nainggolan e l'arbitro fanno esplodere il Genoa

Il colpo da maestro del «Ninja» Nainggolan sul campo, quello basso di Enrico Preziosi in tribuna pochi minuti dopo la fine della partita di Marassi. Nella domenica in cui la Roma torna indietro di due mesi, facendo risentire il fiato sul collo della Juve (giallorossi ora a -1, come era già avvenuto alla settima giornata il 19 ottobre), in casa Genoa si fa fatica a digerire il k.o., il primo dopo nove risultati utili di fila, e in particolare l'espulsione di Perin sul fallo da rigore - per altro fallito da Ljajic - che lascia i Grifoni per oltre un'ora in inferiorità numerica.

Più garbata la polemica di Gasperini, espulso nell'intervallo dall'arbitro Banti («ma il più agitato era lui..., oggi la vera differenza la fa la gestione dei cartellini e si danno interpretazioni diverse per falli simili», così il tecnico sul rosso in occasione del rigore), da shock quella del patron dei Grifoni che evoca addirittura il recente scandalo di «Mafia capitale». «Troppe cose stanno succedendo a Roma, non vorrei che fosse coinvolto anche il calcio, mi dispiace per l'arroganza di certi arbitri, Banti per noi è una iattura, secondo me non sa gestire le gare», la durissima accusa di Enrico Preziosi. Parole in libertà, forse occorrerebbe una maggiore responsabilità nelle dichiarazioni dei nostri dirigenti, anche se la fama di provocatore del presidente genoano è stranota.

La rissa tra Perotti e Holebas, con il terzino greco che mostra il dito medio alla curva rossoblù, completa il quadretto poco edificante del pomeriggio. Nel quale la Roma cancella la delusione di Champions con un successo che la rimette in carreggiata scudetto. E aver superato l'ostacolo Genoa può essere un'importante tappa nella lunga volata per il titolo.

Garcia si permette il lusso di lasciare in panchina sia il numero 10 (in campo solo nell'ultimo quarto d'ora, con Keita che al suo ingresso voleva addirittura ridargli la fascia di capitano, cosa non concessa dal regolamento) che il sempre più inquieto Destro, organizzando un undici titolare senza un vero centravanti di ruolo che mette in difficoltà il quadrato Genoa. In pratica i giallorossi accettano il ritmo degli avversari nel primo tempo ed esercitano il possesso palla - grazie all'importante lavoro dei centrocampisti - nel secondo, periodo nel quale sprecano anche qualche occasione di troppo, evidenziando l'ormai endemica difficoltà stagionale nel chiudere le partite.

Importante la prestazione di Radja Nainggolan, davvero l'uomo in più della Roma, un elemento al centro del gioco difensivo e offensivo al di là del gol e del rigore procurato. Alcuni recenti sbandamenti dei giallorossi sono arrivate quando in campo non c'era il calciatore belga. «Vittoria meritata, a differenza di quanto accaduto la scorsa domenica, abbiamo sfruttato l'occasione per accorciare le distanze dalla Juve», così il tecnico francese. Che scherza sull'episodio chiave della giornata: «Magari si dava il giallo a Perin e la Roma vinceva 1-0 con il rigore di Ljajic». «Il calcio è fatto di episodi, non abbiamo sfruttato il rigore ma poi abbiamo segnato - così il match winner di giornata al terzo gol stagionale -. Il campionato è ancora lungo, la Juve farà la sua strada, noi faremo la nostra».

Il Genoa, che prova a rendersi pericoloso sui calci piazzati (che i giallorossi hanno dimostrato di soffrire, ndr ), non ripete il miracolo compiuto contro la Juve ma non esce ridimensionato dalla sfida. Il portiere Lamanna, al suo debutto in A, sventa il penalty (come fece ai tempi del Pescara contro Christian Vieri, allora al Venezia), ma non basta.

Eppure la squadra di Gasperini è sempre vivo nonostante l'uomo in meno e rischia addirittura di evitare la sconfitta con un gol all'ultimo tuffo di Rincon - nato per la verità da un corner regalato ai rossoblù - che le immagini tv mostrano essere irregolare come segnalato dall'assistente. Il suo sogno europeo può continuare.

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