Angelo Rossi
Tre punti dopo tre batoste, a ragionare con i numeri si fa presto a dire che il Napoli abbia dato un calcione alla crisi. Vincere a Crotone non è impresa impossibile, contro una squadra volenterosa ma modesta e facile agli errori, giustamente relegata in fondo alla classifica. Non ci sono soltanto notizie egregie che arrivano dalla Calabria, anche se in questi casi conta riaccendere la lampadina, non il modo come riuscirci.
Nel primo quarto d'ora centrale dello Scida è racchiusa l'essenza di una partita che pareva più un allenamento per gli azzurri, visto come si erano messe le cose dopo il fischio d'avvio. Napoli padrone assoluto del palleggio e del campo, accelerava e conteneva a suo piacimento nel prendere le misure alla distratta difesa crotonese. Inevitabile e meritato il gol di Callejon, quello che non ti aspetti è magari Gabbiadini che va fuori di testa e che si becca un sacrosanto rosso per una reazione ingenua e infantile. Ancor più inatteso è il bis di Maksimovic, mentre Sarri dava disposizioni su come riorganizzarsi in dieci contro undici.
La bravata del puntero triste ha prodotto in panchina uno sconforto maggiore rispetto alla gioia del raddoppio: con il rosso diretto, sono minimo due giornate. E così niente Empoli ma soprattutto niente Juve per Gabbiadini: è emergenza totale in attacco perché Milik cammina ancora con le stampelle.
Per quanto si sia sforzato di chiudere i conti anche in inferiorità numerica, andandoci vicino con Mertens, nella ripresa il Napoli ha mostrato quei limiti che sono abituali quando si tratta di gestire il risultato. Gli azzurri non sanno giocare sotto ritmo, peccano di superficialità in fase di uscita agevolando le ripartenze degli avversari. Lo immaginava il Crotone che ha confezionato un finale arrembante, disordinato però efficace perché un paio di volte Falcinelli s'è trovato solo davanti a Reina, che il vero miracolo l'ha fatto su Crisetig quando c'era ancora un bel po' da giocare. Per fortuna sua e del Napoli era quasi finita quando Rosi ha trovato la zampata buona appena per le statistiche.
Morale della favola: i partenopei vincono ma convincono poco, Diawara (finalmente preferito a Jorginho) sull'altare perché nella lotta e nelle geometrie di centrocampo nessuno ha fatto meglio del diciannovenne, Gabbiadini continua
a rotolarsi nella polvere. Come sempre, lucida, sintetica e onesta la panoramica di Sarri: «Prendiamo i tre punti ma non siamo guariti. Il partitone di Diawara? A diciannove anni non si ha l'età per ricevere complimenti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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