Coverciano ha riaperto le porte, ieri all'ora di pranzo, a una nazionale triste. L'orrore di Parigi ha prevalso anche nei sentimenti della truppa di Conte sul risultato negativo rimediato al Re Baldovino. In molti già pensano alla trasferta francese di giugno e al clima che si potrebbe respirare anche a Montpellier, probabile quartier generale degli azzurri. Messa da parte l'emozione, anche per il ricordo delle vittime dell'Heysel, è stato il momento di analizzare quanto avvenuto in casa dei belgi. E il ct lo ha fatto parlando con la squadra prima dell'allenamento a porte chiuse. «Ho visto l'atteggiamento giusto dei ragazzi, non siamo stati aiutati dagli episodi», così Conte dopo il match, guardando al bicchiere mezzo pieno.È il primo schiaffone vero rimediato dall'Italia nei 15 mesi della gestione Conte. Per di più arrivato contro una delle favorite per il prossimo europeo. Se manca il talento, servono maggiore personalità e attenzione e non basta giocare bene solo un'ora contro avversarie di questo livello. Tre gol gli azzurri non li subivano da 29 partite e se il ct ha parlato di squadra punita più del dovuto (il progetto di gioco si è visto), bisogna concentrarsi sugli errori evidenti del reparto difensivo. Questo dato, legato all'idiosincrasia dell'Italia per le amichevoli e a un attacco che spreca molto, spiega la serata negativa di Bruxelles.AMICHEVOLI TABÙ. Lo testimoniano le statistiche: c'è una Nazionale più incisiva nelle partite ufficiali e una più «svagata» nelle amichevoli. Se guardiamo al dopo vittoria del Mondiale (luglio 2006), l'Italia ha giocato 45 partite senza i tre punti in palio e ne ha vinte solo 12, di cui 3 nelle ultime venti sfide e due nell'era Conte - con Olanda e Albania - perdendone ben 16 (nove nelle ultime 20). Non è un caso che l'attuale ct abbia perso le sue uniche due sfide in amichevole (l'altra a giugno con il Portogallo). E in generale le quasi 380 gare nella storia della Nazionale parlano di una media vittoria che non arriva al 50 per cento (48,41%). Superficialità? Una volta si poteva trovare l'alibi di una formazione sperimentale, oggi Conte gioca con la squadra molto vicina a quella titolare. Per lui, dopo il ceffone in Belgio, c'è però l'attenuante di una partita approcciata al meglio prima dell'«ubriacatura» del secondo tempo.DIFESA COLABRODO. Anche qui le cifre non lasciano dubbi: il blocco difensivo della Juve non è più così granitico. Facendo un confronto con il club, il calo è evidente: in questa stagione sia in bianconero che in azzurro la retroguardia subisce quasi un gol a partita. Un problema per due gruppi che hanno fatto della difesa un punto di forza. Ma Conte andrà comunque avanti con questo blocco (Buffon, Bonucci, Chiellini e Barzagli, quest'ultimo solo in panchina a Bruxelles) integrato dai terzini Darmian dello United e De Sciglio del Milan. Lo farà per assenza di alternative, dunque lavorerà meglio sui meccanismi della retroguardia che al momento, più che far valere l'esperienza, accusa il peso dell'età.ATTACCO SPRECONE. Avere cinque occasioni e fare solo un gol. È accaduto contro i Diavoli Rossi, implacabili sotto porta. E per la prima volta da quando giocano insieme in azzurro, uno tra Pellè ed Eder non è riuscito a segnare. La punta del Southampton si sta integrando sempre più nel gruppo, quella della Samp è stata pericolosa anche in Belgio colpendo una traversa. Ma serve maggiore cinismo e questo è un altro limite della truppa di Conte.
Che al netto di esterni collaudati (il lavoro di Candreva, Florenzi ed El Shaarawy è prezioso) ha messo alla porta i «ribelli» Berardi e Insigne. Due elementi che accrescerebbero la qualità tecnica del gruppo, ma il ct su questo punto pare inflessibile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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