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Nessuno come Nadal. La rimonta da leggenda dell'uomo "normale"

Sotto di due set, ribalta Medvedev dopo 5 ore agli Australian Open e vince il 21° slam: record

Nessuno come Nadal. La rimonta da leggenda dell'uomo "normale"

Non poteva che essere epico il trionfo dell'uomo normale, del campione che ha fatto della straordinarietà un'eccezione di vita. Cinque ore e mezza, cinque set, sotto di due, un'impresa che forse è la più grande della sua carriera: «Non lo so, davvero, ma certamente la più inattesa». Rafa Nadal pochi mesi fa era in stampelle e ogni giorno si faceva una domanda sul suo futuro. Quando se l'è poi tolte entrava in campo per allenarsi, ma il guaio al metatarso del piede gli lasciava solo tormenti, per i quali interrompeva lo sforzo senza sapere se il giorno dopo sarebbe riuscito a riprovarci: «Avevo già avuto infortuni, ma in quei casi sapevo che serviva solo tempo per guarire. Stavolta non c'erano certezze ed è stata dura». Guardatelo dov'è ora, il primo ad aver vinto 21 Slam, dopo aver staccato i suoi eterni rivali, dopo aver sfidato l'impossibile, «polverizzato» da uno sforzo sovrumano per tutti. Medvedev è battuto, e «non bisogna mai sottovalutare un campione». Lo ha detto il suo amico Roger Federer complimentandosi: «Sono orgoglioso di condividere quest'epoca con te e onorato di avere una ruolo nello spingerti ad avere sempre più successi, così come tu lo hai fatto per me negli ultimi 18 anni». E sì, sono arrivate anche le congratulazioni di Djokovic, un po' più asettiche ma sincere: «Enhorabuena». Congratulazioni, appunto.

Ma com'è successo? Bisogna tornare indietro nel tempo, quando un ragazzo capelli lunghi e mutandoni si avventurava nel mondo del tennis con il titolo di predestinato. Zio Toni era il suo coach educatore e un giorno rivelò il segreto del suo potere: «A Rafa ho insegnato prima di tutto una cosa importante: quando è in campo è una persona straordinaria, ma appena esce è come tutti gli altri». Non è mai stato uno slogan per Rafa, ed è bastato una volta andare a trovarlo a Puerto Cristo, vicino alla sua Manacor, isola di Maiorca, per capire che quel ragazzo era diventato davvero un uomo normale. La sua famiglia, la sua fidanzata diventata poi moglie, i suoi amici, le sue origini: questo conta di più per lui, capace di costruire un'Accademia per dare una speranza ai ragazzi di diventare come lui, e perfino di comprare un pezzo di terreno nella vicina Minorca per evitare di vederla deturpata da un mega insediamento turistico. Sono le piccole cose che fanno grandi le persone. E fanno le persone straordinarie.

Ecco perché ora il tennis celebra il trionfo incredibile di Nadal, che solo adesso - che è il più vincente di tutti i tempi - si permette di alzare (ma non troppo) la voce: «Non so se sono il più grande, non sta a me a dirlo. Ma adesso non posso più nascondermi: voglio essere quello che vincerà di più. Voglio essere il più grande tra i grandi. Perché alla fine è questo lo sport, competizione. E io sono competitivo. Però non è un'ossessione. Chiunque di noi tre vincerà più Slam, potremo comunque dire che abbiamo realizzato i nostri sogni. E saremo felici». Questo, più ancora di un record nel tennis, spiega cos'è Rafael Nadal.

Un vero uomo.

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