di Franco Ordine
Il maestro (Arrigo Sacchi dixit) Marco Giampaolo si è presentato nelle vesti di sarto. «Vorrei tagliare l'abito migliore per il Milan» la frase che a qualche datato cronista ha ricordato un episodio del passato rossonero non proprio beneaugurante. La metafora della stoffa di valore e del sarto discutibile, infatti, fu utilizzata da Silvio Berlusconi per liquidare la gestione tecnica di Alberto Zaccheroni, appena eliminato in Champions league dopo aver, per mesi, rinnegato il mantra della difesa a 4 ed esonerato quasi in diretta allo stadio di San Siro con un'intervista di 5 minuti. Altri tempi, vero, altro Milan, verissimo. Ma forse Giampaolo non ha grande affinità con la scaramanzia e sembra piuttosto disporre di una fede incrollabile nel suo calcio e nelle sue idee che l'hanno portato, nel giro di cinque anni, dalla panchina in serie C (Cremona) a quella, prestigiosa, del Milan. D'altro canto le sue frequentazioni calcistiche, come lui stesso ha confidato, sono altre rispetto al tecnico di Cesenatico che pure gli ha dedicato dolcissimi consigli. Giampaolo è andato a cena con Allegri che gli ha raccontato parecchio dei suoi 4 anni di Milan anche se scanditi dalla sintonia con Galliani e dalla presenza di fuoriclasse in campo (Nesta, Thiago Silva, Ibrahimovic). Ha rinsaldato un antico sodalizio replicando l'incontro estivo con Maurizio Sarri che gli procurò ai tempi il contratto con l'Empoli e col quale condivide idee e filosofia di gioco. Devono essere questi due suoi colleghi, alfa e omega, i suoi punti cardinali entro i quali Giampaolo dovrà muoversi dentro il complesso mondo milanista. Riuscire a far convivere da un lato il sano realismo di Max con la devozione al gioco del tecnico appena sbarcato a Torino è probabilmente la vera missione impossibile del successore di Gattuso. Già perché all'orizzonte di questo Milan, nonostante i buoni propositi dell'azionista Elliott, non si intravedono generosi investimenti.
Anzi il mercato dovrà essere scandito dalla navigazione a vista di Boban e Maldini: se ci sarà l'occasione giusta, allora si potrà fare, così come, in presenza dell'offerta giusta, anche la cessione più dolorosa (Donnarumma) è compatibile con i piani per rientrare più velocemente nel FFP dell'Uefa.
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