In edicola con il Giornale la storia dei Mondiali in 50 gol

Pubblichiamo un estratto del libro "Mondiali, racconti di vittorie e sconfitte", in edicola a 5,70 euro più il prezzo de il Giornale, scritto da Marco Lombardo e da Stefano Olivari

In edicola con il Giornale la storia dei Mondiali in 50 gol

Mondiali, racconti di vittorie e sconfitte", in edicola a 5,70 euro più il prezzo de il Giornale, scritto da Marco Lombardo Giassetti e da Stefano Olivari

Il primo Mondiale della storia non ha una vera cerimonia inaugurale e nemmeno un vero primo gol. L’idea iniziale del presidente della FIFA Jules Rimet sarebbe quella di presentare le squadre al Centenario, ma lo stadio per cui si è mobilitato tutto l’Uruguay non è ancora agibile. Si giocherà lì solo dal 18 luglio, così il 13 si decide di tenere una linea informale anche per non dare una patente di stadio “più nazionale” a quello del Nacional o a quello del Peñarol. Assurdità nell’assurdità, le partite inaugurali sono due. Allo stadio Pocitos, quello del Peñarol, scendono in campo Francia e Messico per il gruppo 1. Alla stessa ora, le tre del pomeriggio, dello stesso giorno, al Parque Central, per il gruppo 4, si incontrano Stati Uniti e Belgio. I francesi umiliano la squadra allenata da Luque de Serrallonga, vincendo per 4 a 1. In alcuni frangenti dilagando, nonostante dal 24’ del primo tempo siano rimasti in dieci per l’infortunio del portiere Thepot, stella del Red Star e pupillo di Rimet. All’epoca non esiste la possibilità di sostituzioni (che saranno introdotte solo da Messico 1970) e il suo posto viene preso dal mediano Chantrel.

I francesi, stizziti con il loro Rimet per l’assurdo calendario che due giorni dopo li farà tornare in campo con l’Argentina, prima della partita vengono salutati dal presidentissimo in persona. A sua volta Rimet viene omaggiato in mezzo al campo dagli organizzatori e da vari politici uruguaiani, così fra un convenevole e l’altro passano cinque minuti. Strette di mano, parole di circostanza per ogni giocatore, qualche raccomandazione all’arbitro Lombardi (uruguaiano), foto in decine di pose diverse. Quindi la partita inizia alle 15 e 10 minuti circa. Al Parque Central, invece, Stati Uniti-Belgio comincia alle 15 spaccate e senza formalità. Al 19’ della sfida del Pocitos Liberati sfugge sulla destra alla marcatura tenera di Felipe Rosas, crossando rasoterra. Lucien Laurent anticipa al volo Sanchez e il capitano messicano Garza Gutierrez, battendo di destro il portiere Bonfiglio, uscito alla disperata, con un tocco morbido. Gol bellissimo, che si può collocare alle 15 e 29 minuti. Nell’altra partita invece il primo marcatore è Bert McGhee, ma questa è davvero l’unica certezza. Perché a seconda delle fonti l’americano segna il primo dei 3 gol della sua squadra al Belgio al 10’, al 15’, al 28’ o al 40’. Secondo la FIFA, tanto per fare chiarezza, il minuto giusto sarebbe il 23’. Questo significherebbe che il primo gol mondiale andrebbe assegnato a McGhee, che avrebbe segnato sei minuti prima di Laurent, considerando il ritardo nella partita del Pocitos. Ma siccome non c’è certezza sul ritardo esatto del fischio di inizio di Francia-Messico né sul primo gol di McGhee ridiamo il primo gol mondiale a Laurent, ventitreenne fresco di firma con il Sochaux: dopo il Mondiale tornerà a fare l’operaio alla Peugeot, prima di diventare calciatore a tempo pieno.

Quello rimarrà uno dei suoi due gol della carriera nei Bleus insieme a un altro che segnerà all’Inghilterra, ma non sapremo mai con sicurezza se sia stato il primo nella storia della Coppa. In fondo è bello che la più grande manifestazione sportiva del mondo sia iniziata così, senza certezze (...).

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