Sullo sfondo della sfida inedita in un Camp Nou tristemente vuoto, c'è un duello temporale che andrà avanti per sempre. Diego Maradona da una parte, Leo Messi dall'altra: i due numeri 10 più grandi di sempre. L'ex Pibe de Oro ha fatto innamorare Napoli dopo aver vinto con il Barcellona, la Pulce è blaugrana al 100% salvo future pazzie nerazzurre. Una sfida dai contorni quasi «spirituali», dunque, dopo che Messi ha fatto visita al San Paolo, il tempio del suo idolo Diego, regalando però solo sprazzi della sua classe (in questa Champions solo due gol).
Il secondo round della partita che vale i quarti di Champions arriva con cinque mesi di ritardo causa Covid, periodo che ha inasprito i toni già accesi nell'ambiente blaugrana (i mal di pancia di Messi, le tensioni interne, il titolo di Liga perso con il Real e un tecnico, Setien, con la valigia pronta dopo i rapporti difficili con i giocatori e l'assenza di un gioco brillante) e ha invece rasserenato il clima nel Napoli, con Gattuso che ha alzato un trofeo e ha dato un senso a una stagione che rischiava di essere fallimentare.
Insigne vuole andare oltre Maradona nella prima casa di Diego: al terzo tentativo dopo quelli con Chelsea e Real, tenta l'impresa di arrivare fra le prime otto di Champions. Il capitano ha fatto di tutto per esserci: l'infortunio (la lesione al tendine dell'adduttore) a pochi minuti dal fischio di chiusura del campionato pare superato, Lorenzo stringerà i denti e sarà titolare («solo se mi dirà che è al 100%, sottolinea Gattuso), ricomponendo il tridente «leggero» destinato a sciogliersi (con l'addio di Callejon) alla fine della stagione. Che si spera non arrivi oggi, con Mertens - suo il gol all'andata - che cercherà di raggiungere a quota 7 reti in un'annata europea i top scorer azzurri Higuain e Cavani.
Messi e compagni vantano 19 qualificazioni di fila dopo una gara di andata senza ko, 12 stagioni consecutive ai quarti di Champions, 7 anni di imbattibilità casalinga in Europa. Anche se Setien avrà a disposizione tra infortunati e squalificati solo 13 elementi della prima squadra. «Dembelé ci sarà a Lisbona», così il tecnico in barba alla scaramanzia anche se elogia gli avversari: «Loro difensivi? Per possesso palla, sono fra i top della serie A. E sono migliorati».
Gattuso dovrà tirare fuori l'anima dalla sua squadra e dovrà soffrire aspettando.
Come accaduto al San Paolo a febbraio, l'attuale allenatore degli azzurri sa come si vince al Camp Nou, avendolo fatto da giocatore col Milan. «A Barcellona possiamo fare la storia del Napoli», ripete da settimane Ringhio. Quasi un mantra per la truppa. Ma ammonisce: «Abbiamo un Everest da scalare, serve una prova top e forse neanche basterà...».
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