Origi, baby talento che ha mandato in crisi persino la Regina del Belgio

I belgi sono soliti affermare che solo due cose uniscono i loro paese: la monarchia e il calcio. Quando gioca la nazionale non esistono fiamminghi e valloni, ma solo belgi. Così è stato contro la Russia che ha regalato a questo paese un nuovo idolo: il 19enne Divock Origi, sconosciuto ai più anche in patria fino allo scorso maggio, quando il ct Marc Wilmots lo ha sorprendentemente incluso nell'elenco dei convocati. Una scelta coraggiosa che è stata ripagata dal giovane di origini keniote con il gol-partita alla Russia che ha qualificato il Belgio agli ottavi. Era dal 2006 che non si registrava una rete tanto giovane al Mondiale: in Germania toccò al 18enne Leo Messi, mentre Origi, con i suoi 19 anni e 64 giorni, si è piazzato al settimo posto di questa particolare classifica che vede primeggiare un certo Pelè (17 anni e 239 giorni).
Nella famiglia Origi il calcio è di casa: sono stati professionisti papà Mike, gli zii Gerald, Anthony e Austin Odour. In più c'è suo cugino Arnold, che gioca in Norvegia ed è nazionale del Kenya. Entrato giovanissimo nel vivaio del Genk, all'età di 15 anni Divock Origi ha scelto di abbandonare il Belgio per accasarsi nell'Academie del Lille. Dove viene fatto debuttare in Ligue 1 da Rudi Garcia e contro il Troyes firma il gol del pareggio. Due anni dopo a gonfiarsi è la rete del Maracana, con tanti ringraziamenti a Wilmots, che per portare lui in Brasile come vice-Lukaku ha lasciato a casa il capocannoniere del campionato belga Batshuayi e un finalizzatore quale Vossen.


Non lo conosceva nessuno, Origi, e adesso è sulla bocca di tutti. Sicuramente non lo dimenticherà la regina Matilde del Belgio, autrice di una gaffe "reale" nel post-partita quando l'ha confuso con Lukaku, complimentandosi con il secondo (che era stato sostituito proprio dal kenyota.

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