A volte anche la diplomazia passa per gli scambi su un campo di calcio. È il caso di una partita che si disputerà il prossimo undici giugno, tra Arabia Saudita e Palestina, spostata all'ultimo momento per un problema che tutto è tranne che sportivo.
Per la prima volta nella storia la nazionale del Golfo sfiderà la delegazione palestinese. Una partita in programma da tempo e valida per le qualificazione ai Mondiali di calcio, che si doveva disputare al Faisal Al-Husseini International Stadium, ad al-Ram, nella zona di Gerusalemme Est.
A maggio il numero uno della Federazione palestinese aveva annunciato che la selezione saudita - per tre volte vincitrice della Coppa d'Asia, l'ultima nel 1996 - avrebbe raggiunto la Palestina, in quello che era stato definito come "un grande segno di supporto".
Nel 2011 era arrivata l'autorizzazione a giocare le qualificazioni per il team di Ramallah. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, l'incontro previsto tra qualche giorno con i sauditi è l'evento di più alto profilo calcistico da allora. La selezione palestinese ha già sfidato in passato l'Afghanistan e la Tailandia, nel tentativo di qualificarsi per i Mondiali 2014.
Ora, a pochi giorni dalla partita, è stato annunciato che il match non si disputera più a Gerusalemme Est. Per "condizioni eccezionali", volendo citare la speigazione data dall'Arabia Saudita.
Giocare al Faisal Al-Husseini comporta infatti un problema, tutto diplomatico, non da poco. Tra israeliani e sauditi non ci sono rapporti ufficiali. E se ultimamente i due Paesi sembrano un po' meno lontani, se non altro nel riconoscere nell'Iran un nemico comune, comunque Riyad non ha mai riconosciuto l'esistenza dello Stato israeliano.
Per disputare la partita contro la selezione palestinese, i giocatori sarebbero dovuti passare dai posti di blocco controllati dall'esercito israeliano, riconoscendone di fatto l'autorità. Per questa ragione, ha spiegato alla Reuters Tayseer Nasrallah, portavoce della Federazione palestinese, i sauditi hanno chiesto di giocare la partita in casa loro.
I palestinesi si sono inchinati alla richiesta, cedendo il vantaggio di giocare con il pubblico dalla propria parte. Hanno chiesto però, in cambio, che il match di ritorno, a ottobre, si giochi a Gerusalemme Est.
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