«Le persone al centro E lavori dove vuoi tu»

Lo «smart working» consente, per 4 giorni ogni mese, di svolgere le mansioni fuori dall'ufficio

Gabriele Villa

Milano La signora della Felicità ha quella luce negli occhi di chi è in armonia con sé e con il mondo. Quella luce che ti contagia fin dall'abbrivio dell'intervista, mentre racconta la sua rivoluzione easy. Cioè senza vittime, né vendette né rancori. Anzi. Un capovolgimento di mentalità e di abitudini che lei ha introdotto in azienda col sorriso sulle labbra.

La signora della Felicità è Daniela Paliotta, 42 anni, sposata, mamma, donna italiana alla guida della Direzione Human Resources Sales and Financial Services di Mercedes-Benz Italia. In azienda dal 2002, ha ricoperto ruoli di crescente rilievo: dalla gestione alla formazione, occupandosi di change management e di progetti internazionali

Donna, italiana, responsabile delle Risorse umane e con idee tutte sue...

«È una sfida che mi intriga: l'opportunità di proporre, e non di imporre, un cambiamento e di saperlo guidare con il coinvolgimento di tanti, di tutti. Sono arrivata a questo incarico nel marzo del 2015 ma, sinceramente, mi sentivo questa responsabilità addosso da molto prima».

Mi faccia capire, si sentiva pronta e determinata a tal punto da avviare la sua «rivoluzione»?

«Mi sentivo la vocazione per questo incarico. Ho la determinazione per cambiare le cose. E cambiarle non per il gusto di cambiarle. Perché sono convinta che il fattore culturale in un'azienda rappresenti un acceleratore potentissimo, quindi un business. Un business che ha il suo focus nelle persone. Seguire le persone, comprenderne problemi ed esigenze è il mio business, è la mia sfida».

Scienza della felicità, Smart working, flessibilità totale, people care e wellness at work...

«Sono i miei punti cardinali. Abbiamo introdotto con fiducia lo smart working con un programma di 4 giorni al mese in cui puoi lavorare dove ritieni che si possa configurare al meglio il tuo ufficio, in teoria anche su una spiaggia. E il plus di questa opportunità è che l'azienda non vuole sapere dove sei, ma soltanto ciò che fai. E se il tuo risultato produttivo lo consegui nella notte perché sei più creativo o se farlo in un determinato luogo o contesto ti permette di conciliare tutti i tuoi interessi e o i tuoi impegni di genitore, di figlio o di single meglio per te, all'azienda sta bene».

Non si rischia che questa opportunità unica induca a prendere un po' alla leggera il lavoro?

«Attenzione, lo smart working non è una continua festa, è una conquista quotidiana. Un fattore serio su cui si misura la lungimiranza di una grande azienda come la nostra che ha compreso come, percorrendo questa direzione, si possa giungere a risultati concreti. Ci sono tante micro culture differenti all'interno di un'azienda e bisogna suonare tutta la tastiera, bisogna governare tutti i tavoli. Lo smart working ha un solo nemico sottile che è l'ironia, l'ironia dei colleghi e tra colleghi. Del tipo: Beato il tale, tanto sta in smart working. Ecco, per superare questo pregiudizio dobbiamo essere bravi a immaginare che il periodo di smart working sia il più ampio e trasversale possibile. Così, nel momento in cui ci sei anche tu in smart working, la battuta non la fai più».

Lei è la signora della Felicità in azienda, ma che cos'è per lei la felicità?

«La felicità per me è una cosa concreta. È un allenamento quotidiano, una scommessa, un obiettivo.

Stiamo assumendo in azienda plotoni di millennials. Loro vogliono un senso a ciò che fanno e libertà di espressione e, quindi, da parte nostra non possiamo pensare di non essere un'azienda che non fonda le sue prospettive su questi principi».

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