Buona la seconda per il Milan. Nella sera del trionfale debutto di Piatek, Gattuso ha guadagnato, a sorpresa, il primo successo sul maestro Ancelotti e la qualificazione, meritata, ai quarti di finale di coppa Italia. È stato uno dei migliori Milan della stagione, è giusto segnalarlo subito, così come Ancelotti ha fatto fatica a riconoscere in quel pallido Napoli la sua squadra capace solo qualche giorno fa di mettere sotto, con gioco spettacolare, la Lazio. La differenza, oltre alle motivazioni, evidenti quelle dei rossoneri, specie dei ricambi, inesistenti quelle in campo azzurro, l'ha scolpita l'ultimo arrivato a corte, a Milanello.
Se questo è l'inizio, allora prepariamoci ai fuochi d'artificio. Se questo è il bigliettino da visita, allora non abbiamo capito granché del gioiellino che avevamo sotto gli occhi in quel di Genova. Kris Piatek, non a caso ha scelto il nomignolo del pistolero, si è presentato ai coraggiosi di San Siro (poco meno di 23 mila gli spettatori: dopo lo 0 a 0 di sabato in molti hanno pensato di restare al calduccio di casa) e al Napoli con una sequenza da lasciare tutti stregati.
Nella prima frazione ha avuto tre tiri a disposizione, due gol e un paio di azzurri, ammoniti per altrettanti interventi violenti sulle sue caviglie il suo fatturato. Da bomber di razza. È apparso inarrestabile in certi snodi della serata: veloce e dotato di fisico ma anche di tecnica. È vero, Maksimovic in particolare e lo stesso Koulibaly, hanno concesso al polacco spazi inattesi, si sono dimostrati disattenti al primo lancio da dietro (Laxalt l'autore) e quando più tardi l'hanno visto isolato in area gli hanno lasciato il tempo di rientrare sul destro e fulminare Meret per la seconda volta. Da strabuzzare gli occhi! In tribuna Leonardo e Maldini, seduti al fianco di Fabio Capello, mezzo Milan del passato glorioso, hanno ripreso a sorridere dopo giorni complicati.
Piatek è stato il terminale favoloso di un calcio verticale ed efficace, mai visto prima di ieri sera, grazie al fisico e alla velocità di Piatek a dire il vero ma il resto del Milan, a dispetto dei cambi decisi da Gattuso in partenza (Abate, Laxalt, Borini, Castillejo e appunto il polacco le novità rispetto a sabato scorso), è stato all'altezza del centravanti che in meno di mezz'ora ha cancellato dalla scena ogni ricordo amaro di Higuain. Il Napoli è rimasto prima sorpreso e poi folgorato dalla scarica elettrica milanista e ha avuto bisogno di guadagnare l'intervallo per riorganizzare gioco e schieramento (dal 4-4-2 iniziale è passato al 4-3-3).
Con le prime sostituzioni (Ounas al posto dello spento Allan: deve avere in testa ancora Parigi!, Mertens per Diawara) ha provato a dare maggiori punti di riferimento in attacco senza cogliere frutti polposi.
Merito, nell'occasione, dell'attenzione del Milan nel raccogliersi in 30 metri, di Donnarumma sempre al posto giusto e di Bakayoko, elemento utile per intercettare una quantità industriale di passaggi filtranti che sono la specialità della casa ancelottiana.
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