Prandelli: "In Italia il calcio è un'ossessione Che futuro abbiamo?"

"Salerno, una sconfitta per tutti. Vergogna in mondovisione Io all'estero? I miei colleghi dicono che è molto diverso..."

Prandelli: "In Italia il calcio è un'ossessione Che futuro abbiamo?"

Firenze - «La Fifa o la Uefa, se non ci muoviamo noi, potrebbero chiederci di fermarci». Si parte da qui, dalla rassegnazione di Cesare Prandelli. Il ct parla a Coverciano, primo raduno azzurro in vista di due amichevoli toste con Germania e Nigeria, ma non si nasconde. Pesano come macigni le sue parole. Denuncia, senza remore, la sconfitta del calcio italiano, preconizzando una sorta di commissariamento: «A Salerno abbiamo perso tutti, forse andava gestita meglio... Fino ad un po' di tempo fa in Italia si diceva ci fosse troppa pressione, adesso c'è ossessione...».

Prandelli argomenta il suo ragionamento senza sconti: «Arriveranno e ci daranno delle sanzioni se non siamo capaci di autogestirci - si riferisce ancora a Fifa e Uefa -. C'e' qualcosa che va oltre e che sfugge, non sono molto fiducioso per il futuro. Se non ci diamo una mossa andremo sempre piu' in basso, ci illudiamo di essere i migliori ma non lo siamo piu' anche se dobbiamo ridiventarlo attraverso la civiltà. Però in presenza di fatti del genere non si può. Queste immagini poi fanno il giro del mondo, mentre io mi auguro che vadano in giro immagini come quella di Daniele Conti che abbraccia il figlio dopo il gol. Quello è stato un momento bellissimo di calcio, mi ha emozionato e ridato entusiasmo. Daniele può venire quando vuole insieme ai suoi figli qui con noi a Coverciano».

Prandelli parla da italiano con la valigia in mano: «Il mio futuro è un tema serio e ne parleremo al momento giusto. Io all'estero? Quando parlo con i colleghi che lavorano fuori dal nostro Paese mi raccontano sempre di un calcio diverso e anche di una vita diversa...».

Stop, si parla di pallone, quello che rotola verso il Brasile: «Non avendo possibilità di fare stages, abbiamo sfruttato le gare ufficiali per provare più moduli e adesso ho un'idea precisa in testa: penso ad un centrocampo con quattro uomini. E davanti Balotelli e Rossi. Peccato che quest'ultimo sia arrivato e sia già finito al letto con l'influenza. Pepito ha grandi doti umane e caratteriali, dal recupero esce rafforzato. Può fare tutto, prima e seconda punta. Mario, però, sta vivendo un momento un po' strano. Deve ritrovare serenità e fiducia. Troppa pressione su di lui? Ormai deve conviverci... Tocca a Balotelli trovare la giusta via in base ai comportamenti e agli atteggiamenti. In Nazionale lo vedo come un centravanti d'area, non mi piace se gira per il campo».

Il ct non ha deciso ancora chi partirà per il Mondiale: «Ho 35 giocatori in testa e non 23. Certo, dal campionato non ho ricevuto novità. Poi torna Criscito, un giocatore che conoscevamo e che stimiamo. Non ho bocciato nessuno, ho sempre detto che avrei convocato chi in quel momento lo meritava. Dalle prossime partite mi aspetto giocatori che in Nazionale confermino, ma purtroppo accade di rado, la sfrontatezza mostrata in campionato. Uno di questi è Candreva che in Confederations, ad esempio, è andato benissimo. In questi appuntamenti non ci saranno pressioni, i ragazzi devono pensare solo ad essere felici giocando col sorriso».
Ultime battute. I gol in serie A sono aumentati: «Dipende dagli arbitri che fischiano meno, allineandosi al modello internazionale e il tempo effettivo è cresciuto». Quindi Twitter.

«Non sono contro ai social network, ma siccome noi rappresentiamo l'Italia è giusto che nelle settimane del Mondiale chi ha qualcosa da dire venga qui in sala stampa, guardando negli occhi i professionisti. Non credo sia un grande sforzo...».

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