Primo attacco di Contador ma Nibali passa con il giallo

Primo attacco di Contador ma Nibali passa con il giallo

Un buffetto, un colpo di tosse, un premio di consolazione dopo tanta pioggia e tanto freddo: ecco cosa sono quei 3” secondi persi da Nibali nei confronti di Alberto Contador. Su una salita come quella che conduceva ieri il gruppo su a La Mauselaine, dove il 27 enne francese di origine Magrebina, Blel Kadri ha trionfato in perfetta solitudine, lo spagnolo era di gran lunga più a suo agio. Salita di pendenza, adatta ad un corridore capace di pedalare fuori sella, sempre sui pedali: uno scattista. Vincenzo, invece, si è difeso da par suo, con grande sicurezza, e in pratica ha perso tre secondi tre nello sprint finale. Ma non finisce qui.
Questo sarà il leit-motiv dei prossimi giorni e speriamo anche delle prossime settimane, fino alle porte di Parigi: Nibali contro Contador o meglio, Contador contro Nibali, visto che è il corridore madrileno a dover recuperare tempo e posizioni in classifica. Ora l'uomo della «tripla corona» (in carriera ha vinto Giro, Tour e Vuelta) è sesto in classifica generale e deve colmare il gap di 2'34” che lo separano dalla maglia gialla di Vincenzo Nibali leader della corsa da una settimana.
Sfida a due, nonostante Nibali dica il contrario, più per equilibri di gruppo che di reale convincimento: «Alberto (Contador, ndr) ha preso in mano la corsa prima delle ultime due salite. I 1800 finali erano più adatti a lui, esplosivi, tanto che li ha affrontati tutti sui pedali. Io stavo bene, ho controllato la situazione, stando alla sua ruota - ha spiegato a caldo la maglia gialla -. Negli ultimi metri ho sbagliato rapporto, ne ho messo uno troppo duro e ho perso l'attimo. Da qui a Parigi sarà una sfida a due? No. Alberto è il rivale più temibile, ma c'è anche Richie Porte che oggi era appena dietro di noi e Alejandro Valverde che ho visto pedalare bene».
Ed è questo un po' il punto della questione: nella prima tappa di montagna, quella dei Vosgi, Nibali c'è, un po' meno i suoi scudieri targati Astana. «Nel finale Scarponi è rimasto rallentato e staccato a causa della caduta di Talansky: quelle sono cose che possono succedere - spiega Beppe Martinelli, tecnico degli Astana -. Kagert l'ho fermato io per dare una mano a Fulgsang che era secondo in classifica e non volevo che perdesse troppo terreno. Credetemi la squadra c'è ed è forte. Ne dubitate? Vi smentiranno i prossimi giorni».
La prima tappa di montagna, condizionata in moto importante dalle condizioni meteo terribili, ha in ogni caso stravolto la classifica generale, mandando molti dei pretendenti alla vittoria finale uno per cantone.

Porte e Valverde hanno perso pochi secondi, Kwiatkowski invece è andato in crisi accusando quasi 2 minuti. Oggi altra razione di montagne. Ben sei colli di prima, seconda e terza categoria. Da Gérardmer a Mulhouse, 170 km adatti alla battaglia. Occhio a quei due.

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