PRIMO FLOP

Nel giorno in cui Conte si dice «piacevolmente sorpreso della sua metamorfosi da allenatore a ct», la sua Italia gli regala la prima delusione. E il ko con il Portogallo - che ferma a nove la serie di partite utili di Conte, a un passo da Dino Zoff - non è per niente indolore: se il 16 luglio l'Uefa non assumerà clamorosi e pesanti provvedimenti disciplinari contro la Croazia (vedi esclusione da Russia 2018), nove giorni dopo gli azzurri si presenteranno al sorteggio per i mondiali in seconda fascia, con il rischio di un girone con Inghilterra, Spagna o Germania. «Non mi stupirei di vederlo anche lì sulla panchina dell'Italia», così il presidente della Federcalcio Tavecchio che ha smentito l'ipotesi di dimissioni del ct a Sofia dopo le polemiche dei giorni precedenti Bulgaria-Italia.

L'ultimo test dell'annata non conferma i progressi di Spalato, anzi è un deciso passo indietro anche perchè gli errori difensivi e in fase di impostazione sono marchiani ed evidentemente figli di una condizione ormai al lumicino dopo l'estenuante stagione. Si conferma il dato degli attaccanti a digiuno (ieri sia Immobile, frenato da una botta rimediata alla caviglia, che El Shaarawy, autore di un solo tiro impreciso in porta, hanno deluso), tanto che l'unica vera occasione da gol la crea difensore, Bonucci, che di spalla coglie un palo pochi secondi prima del vantaggio lusitano. «Siamo in fase di ricambio generazionale, prima c'erano tanti attaccanti e tanti campioni in attacco pronti anche a mettersi al servizio della squadra», aveva specificato alla vigilia del match Conte.

In tribuna prove di disgelo - complice il numero uno della Figc Tavecchio - tra il presidente dell'Uefa Platini e quello del Napoli De Laurentiis dopo la polemica di quest'ultimo al termine della semifinale di Europa League con il Dnipro. In campo un inizio confortante degli azzurri con azioni in velocità (Bertolacci ed El Shaarawy sfiorano il bersaglio). Ma una volta calato il ritmo e cresciuta la difficoltà nella costruzione della manovra, l'Italia regala due deliziose palle-gol ai portoghesi non concretizzate dall'ex parmense Varela e da Joao Moutinho, il migliore in campo degli uomini di Santos orfani - è bene ricordarlo - delle stelle Danny e Cristiano Ronaldo.

Il gol dei lusitani (il primo di Eder con la sua nazionale) nato da un bel cross di Quaresma - sufficiente la prestazione dell'ex interista - arriva dopo l'occasione un po' fortuita mancata da Bonucci, ma sembra legittimare la superiorità e soprattutto la maggiore brillantezza fisica del Portogallo. Conte tenta di inserire forze fresche, dal palermitano Vazquez che fa mutare il 4-3-3 di partenza in un 4-2-3-1, al debuttante in azzurro Nicola Sansone che porta l'Italia a una sorta di 4-2-4. Gli azzurri chiudono sulle gambe, ma hanno un sussulto d'orgoglio nel finale: Gabbiadini impegna Beto dopo il primo vero pallone buttato via dai nostri avversari, Matri spara sull'esterno della rete, Vazquez impegna ancora il portiere lusitano, Ranocchia sbaglia davanti alla porta.

Stavolta la rimonta, riuscita con Bulgaria e Croazia dopo lo svantaggio, non arriva. E il Portogallo torna a batterci dopo quasi 39 anni.

«Queste partite sono importanti, aiutano a crescere e a fare esperienza per chi veste da poco la maglia azzurra - così un rabbuiato Conte alla fine -. A volte le sconfitte sono salutari, abbiamo visto che c'è ancora tanto da lavorare. Noi fuori dalle teste di serie? Non so come si calcolano queste classifiche...».

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