Finalmente, un motorista - Renault - va all'attacco della dominatrice British-Mercedes di Brixworth, grazie al primo, massiccio sviluppo dell'ancor poco conosciuto MGU-H, il motogeneratore elettrico (vedi diagramma) che dà impulso al compressore ai bassi e medi regimi di rotazione. Giusto quel che chiede da sempre il tracciato cittadino di Monaco, con curve di potenza massicce. Bel colpo, per un'attesa apertura della contesa tecnica, che soffre ancora del ritardo del motorista di Maranello, pur con la promessa di sfoderare un turbo decisamente più dotato per il prossimo Gp del Canada. Come suol dirsi, meglio tardi che mai. Non aspettatevi, però, alcun dato tecnico di supporto, in questa Formula 1 priva di trasparenza e totalmente criptata. Gli stessi tecnici di Viry Chatillon hanno le bocche cucite e si limitano a parlare di guidabilità e di accresciuta souplesse del loro V6. Del resto, era così anche nella formula precedente, con il V8 aspirato, che aveva qualche cavallo in meno in cima alla curva di potenza, ma grande elasticità di motore, con ottime coppie «in basso», come si dice in gergo, ciò che assicurava la migliore guidabilità a un Vettel orientato dal «mago» della Rbr a questa accentuazione, con rapporti corti e maggiori sforzi di trazione. E ritenete, adesso, che il quattro volte iridato abbia perso lo smalto, al cospetto del pur bravissimo Ricciardo? No, guardate le velocità di punta: 281,7 (ultimo!) contro 285 km/h.
Ecco la verità: configurazioni diversificate da inizio stagione (anche per affidabilità), in linea proprio con le vecchie teorie, che potrebbero essere presto risolutive. Mentre le Mercedes d'Inghilterra se la filano a 290,9-290 e le Ferrari a 284,9-284,8. Che precisione e che pilotaggio, a valori così ravvicinati!
di Enrico Benzing
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