L'ultimo acquisto del Manchester City è un inglesino con due piedi buoni. Calcia di destro e di sinistro con semplicità. Ha la postura giusta, mani sui fianchi per la fotografia, capelli senza creste, fisico ancora da consolidare ma sano, nessun tatuaggio, pelle profumata di borotalco e polvere di Fissan.
Lo sceicco Mansour, proprietario del club, non bada a spese. Stavolta gli bastano un pallone e tutta la serie di Peppa Pig. Il fenomeno si chiama Jaxson Lal, viene da Droylsden, nell'area metropolitana di Manchester. Il suo manager è una donna, Joanna Radcliffe, di professione madre dello stesso. Infatti Jaxson ha 3 anni, in lettere tre, e sua madre lo ha immortalato su Facebook mentre gioca con un pallone grande come lui. Jaxson indossa la divisa ufficiale del Barcellona, la maglia è quella di Messi, numero 10, un classico tra i bambini, terroristi o no. Nel filmato, saltella di destro e di sinistro, colpisce delicatamente la palla, tenendola sotto controllo, lo stop è elegante. Tutto qui. A essere sinceri il video non mostra particolari numeri acrobatici del bambino, tipo dribbling, rovesciate, tiri in porta, anzi è simile a mille altri filmati di suoi coetanei alle prese con un pallone, in casa, sulla spiaggia, in cortile. Ma Facebook è una trappola nella quale cascano in molti, è sabbia mobile, attira e inganna. Con conseguenze imprevedibili. Comunque le immagini sono bastate per ingolosire l'osservatore del Manchester City il quale deve ritenere di avere intuito il colpo del secolo, dunque ha telefonato immediatamente a casa Lal per avere notizie del pupo. La madre ha pensato allo scherzo di qualche radio privata, poi è arrivata la conferma, la richiesta di tesserare Jaxson all'asilo dei Blues, del Manchester City. Joanna ha provato ad aggiungere al pacco anche il fratellino Riley, di un anno più vecchio, per il momento l'affare non è concluso. La coppia di fratelli ha immediatamente cambiato tifo, basta con i catalani, viva il Manchester dello sceicco.
Detto e scritto così potrebbe anche trattarsi di una bufala di tardissima estate. C'è chi ha il pupone e chi il pupino. La vicenda è verissima e preoccupa. Preoccupa per la salute della famiglia Lal, per il futuro prossimo di Jaxson, per il mondo del football tutto, alle prese con una fame e un'ingordigia senza limiti e vergogne. Prevedo un alveare nella stanza di Jaxson, non la casina delle api ma proprio un giro di api operaie, nel senso di procuratori, affaristi, agenti, muniti di balocchi e profumi, ogni tipo di giocattolo per il presunto fenomeno e per suo fratello, quindi regali vari e preziosi per la bionda madre, l'importante è farsi una famiglia. Così era accaduto con Lionel Messi che a tredici anni, accompagnato dal padre, aveva firmato il suo primo contratto su un fazzoletto o tovagliolo, oggi inquadrato con cornice nella casa argentina di Horacio Gaggioli, il suo scopritore. Una cosa sono tredici anni, se il ragazzo è Messi, senza bisogno di Instagram, Facebook e internet, un'altra, tre, con tutto il repertorio social del baby Jaxson.
Il metodo Mansour è il contrario del metodo Montessori, là dove il bambino ha la libertà di scelta del proprio percorso educativo.
Jaxson non ha scelta, non sa, non conosce, Messi e Ronaldo per lui sono come i personaggi dei cartoni animati della sua Disneyland, lui gioca per divertirsi, non è un fenomeno ma è diventato un oggetto, un soggetto da circuito mediatico, un prodotto da acquistare, anzi già prenotato nella culla, estrema conferma di un sistema che presto potrebbe arrivare all'inseminazione dei geni del campione, alla grande stella, stellone, da monta, all'ecografia per conoscere non il sesso ma la misura del piede ed eventuali qualità tecniche, al laboratorio di Frankenstein. Junior come Jaxson.
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