Uno Zar in vacanza. Fabio Capello è tornato in Italia per le festività natalizie, sfruttando la lunga sosta del campionato russo, che ripartirà solamente a marzo. Proprio nello stesso mese in cui il ct della Russia sarà impegnato con la sua nazionale in Nord Irlanda, nelle qualificazioni mondiali. Un inizio impeccabile per l'ex tecnico dell'Inghilterra sulla panchina russa, con la sua squadra prima nel girone, con quattro vittorie in quattro partite e senza mai aver subito gol. Capello sta vivendo questa nuova avventura in un periodo particolare, dove nell'ex Unione Sovietica sembra andar di moda l'allenatore italiano. E non solo nel calcio. Oltre al tecnico friulano, infatti, l'ultimo in ordine di tempo è stato Stefano Cerioni, neo tecnico della nazionale di scherma, che è andato ad aggiungersi ad Ettore Messina, coach del Cska Mosca di basket e a Luciano Spalletti, sempre al timone dello Zenit di San Pietroburgo.
Capello, Messina, Spalletti e ora anche Cerioni. Perché i grandi allenatori italiani scelgono la Russia?
«Non è, come può sembrare, una mera questione economica. Ci sono progetti seri e duraturi. La Russia, in questo momento, offre l'opportunità di lavorare bene e con serenità. E poi, come nel caso di Messina nel basket e Cerioni nella scherma, in alcuni sport è sempre stata al top mondiale. Nel calcio vuole diventare una potenza. E Spalletti credo abbia sposato il grande sogno dello Zenit».
E lei, personalmente, come mai ha accettato la proposta?
«Perché mi ha convinto il progetto. Come ho detto c'è grande ambizione. E poi la voglia diffusa di arrivare al Mondiale in Brasile da protagonisti. Una volta incontrata la delegazione russa, non ho avuto dubbi sulla scelta. Devo anche aggiungere che Mosca è una città straordinaria».
Come è iniziata questa esperienza?
«Benissimo. Ottimi i risultati sul campo e speciale il trattamento. Mi fanno sentire uno zar».
Ma è vero che dopo il Mondiale 2014 smetterà di fare l'allenatore?
«È una delle possibilità. Però manca ancora tanto e non ho voglia di pensarci adesso».
C'è qualche calciatore russo pronto per il campionato italiano?
«Fare dei nomi non mi pare il caso. Diciamo che basta guardare alcune partite: ce ne sono tanti, soprattutto nello Zenit di Spalletti. Ad essere sincero, però, non so quanti calciatori vogliano lasciare la Russia e venire in Italia. Questo dovete chiederlo proprio a loro».
E, guardando al nostro campionato, la Juve è davvero senza rivali?
«Per me sì. Lo dico da inizio anno. Una squadra solida, collaudata, concreta, con un grande allenatore e con ottimi giocatori. In Italia non ci sono rivali all'altezza. Nemmeno Inter e Napoli, che potevano sembrare le due principali antagoniste».
E in Champions dove può arrivare la squadra di Conte?
«Credo che la vittoria con il Chelsea abbia dato grande consapevolezza. Se la può giocare con tutti, senza paura. Poi, per vincere la Champions, servono tante circostanze favorevoli, ma i bianconeri possono dire la loro fino in fondo».
Milan e Roma, squadre con cui lei ha vinto tanto, stanno vivendo un campionato di alti e bassi. Come giudica la situazione?
«Non voglio sbilanciarmi. Posso solo dire che con entrambe le squadre ho vissuto momenti esaltanti e ho bellissimi ricordi. Roma è una piazza calda e lo sconforto può trasformarsi subito in euforia.
Nel Milan però sta nascendo una stella...
«Parla di El Shaarawy? Mi impressiona la sua capacità realizzativa. Rapido, tecnico e letale: inquadra sempre la porta. E per un attaccante è fondamentale».
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