Alec Cordolcini
C'erano una volta la Dinamo Dresda, il Magdeburgo, il Carl Zeiss Jena, la Dinamo Berlino. Il crollo del Muro li ha spazzati via tutti, relegando le ex squadre della DDR al ruolo di semplici comparse nel calcio tedesco moderno. Era dal 2009, anno della retrocessione dell'Energie Cottbus, che un club dell'Est (di cui non fa parte l'Herta Berlino, che ha sempre giocato nel campionato dell'Ovest) non si affacciava sul palcoscenico della Bundesliga.
Un'assenza interrotta dalla promozione del RB Lipsia, il club più odiato di tutta la Germania per la sua appartenenza al network sportivo della Red Bull comprendente squadre di calcio (Salisburgo, New York, Brasile e Ghana), team di Formula Uno, NASCAR e hockey su ghiaccio.
L'arrivo nel 2009 della compagnia austriaca ha letteralmente messo alle ali alla squadra della seconda più città più popolosa della ex DDR dopo Berlino, portandola nel giro di sette anni dalla NOFV-Oberliga Süd, quinto livello del calcio tedesco, fino alla Bundesliga. La squadra è stata ufficialmente ribattezzata Rasen Ballsport (letteralmente «sport della palla su prato»), poiché in Germania è vietato inserire nella ragione sociale il nome di uno sponsor, ma il riferimento al marchio Red Bull è chiaro, anche per via del maquillage al logo, nel quale sono comparsi due tori rossi con in mezzo un pallone. Non è stato l'unico escamotage per aggirare le regole. Al momento dell'acquisto, il boss Dieter Mateschitz ha messo in vendita quote societarie al costo di 800 euro l'una, subito comprate da una dozzina di investitori. Tali soci hanno così permesso al club di mettersi al riparo dalla norma che prevede il divieto per un singolo investitore di detenere più del 50% delle quote societarie.
Sbaglia però chi pensa al RB Lipsia come un giocattolo nel quale Mateschitz di diverte a gettare denaro a fondo perduto. Nelle ultime stagioni le spese più importanti hanno riguardato le infrastrutture e l'organigramma, in quest'ultimo caso con l'arrivo di manager di esperienza quali Oliver Mintzlaff, ex podista diventato direttore marketing di Puma, e Ulrich Wolter, organizzatore dei Mondiali femminili di Germania 2011, più l'ex allenatore Ralf Rangnick come ds.
Proprio all'ex tecnico dello Schalke 04 si deve la costruzione di una squadra giovane, talentuosa e adeguata al livello della competizione che si trova ad affrontare (in altre parole, non è arrivato nessun campione strapagato per giocare in Zweite Liga), creando un circolo virtuoso capace di attirare
prospetti interessanti come Davie Selke, che nel 2015 decise di lasciare il Werder Brema per scendere di categoria e vestire la maglia dei Bullen. Una settimana fa, con la Germania Selke, si è messo al collo l'argento olimpico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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