Re Mida Simeone trasforma i flop in oro

Un'impresa figlia delle finali perse col Real e del ko nel girone della Roma

Re Mida Simeone trasforma i flop in oro

Il sesto trofeo di Simeone in sei stagioni e mezzo all'Atletico Madrid, dove è sbarcato prima di Natale del 2011, è stato quello più sofferto. Perchè sofferta è stata la stagione dei «Colchoneros», iniziata in salita per la sanzione Fifa che aveva lasciato il club senza acquisti per tutto il 2017 e per la politica di austerità che ha svuotato di pezzi pregiati lo spogliatoio dell'allenatore argentino. Fuori nel girone di Champions con Roma e Chelsea per i due sciagurati pareggi con il modesto Qarabag, lasciata la coppa del Re al Siviglia e la Liga al Barcellona (difficile contrastare i Blaugrana sul lungo periodo), l'obiettivo è diventata l'Europa League. E visto che Simeone gioca una finale ogni due anni e in quelli pari, la possibilità che l'Atletico arrivasse al traguardo di Lione era altissima.

Così si è assistito al nuovo trionfo del «cholismo», dal soprannome del tecnico di Buenos Aires, ovvero la qualità abbinata al sacrificio. Un tipo di calcio spesso criticato per la sua poca estetica, ma terribilmente efficace nell'ottenere i risultati, nel suo passare dalla sofferenza per arrivare alla gloria. Simeone ha così eguagliato Luis Aragones, l'allenatore madrileno scomparso 4 anni fa e arrivato a sei trofei con i «Colchoneros» ma in tre lustri. La delusione delle due Champions perse in finale con gli odiati cugini del Real brucia ancora, il bis del successo conquistato nel 2012 dimostra però che nella patria del tiqui-taka si può vincere anche grazie alla solidità del proprio sistema difensivo: con l'argentino in panchina, la squadra biancorossoblu ha incassato 107 gol in sette anni e per 113 volte non ha subìto reti. Prima dell'arrivo del «Cholo», in 108 anni di storia, l'Atletico aveva raggiunto una finale in sole cinque occasioni. Oggi il club è costantemente tra le top five d'Europa nel ranking Uefa.

«Abbiamo perso due finali di Champions e quest'anno siamo stati eliminati, l'importante è lottare e rialzarsi - così Simeone che non ha tremato nel momento complicato del club, anzi ha rilanciato con il suo mix di pretoriani e giovani -. Il modo migliore per vincere ancora? Continuare. È stato triste vedere la finale dalla tribuna, mi sentivo solo. Ora spero che Griezmann rimanga con noi e che Torres domenica riceva il migliore tributo per il suo addio».

Simeone ha chiuso il cerchio dopo 20 anni: nel 1998 sempre in Francia, ma a Parigi, vinse da calciatore dell'Inter la coppa

Uefa, mercoledì a Lione si è preso l'Europa league. Se il Real lo imiterà fra otto giorni, alzando il trofeo della Champions, Madrid sarà la seconda città dopo Milano (1994) a conquistare due Coppe nella stessa stagione.

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