Gerard Piquè non è uno che le manda a dire. Una mosca bianca nell'oceano di banalità assortite che è il calcio parlato odierno. Quando il Barcellona è uscito nettamente sconfitto nel doppio confronto con il Real Madrid nella Supercoppa spagnola antipasto della Liga 17/18 iniziata venerdì il centrale blaugrana ha ammesso, con la consueta schiettezza, che «in dieci anni, è la prima volta che abbiamo sentito il Madrid superiore a noi». Non una resa anticipata, ma una lucida fotografia dei rapporti di forza attuali tra le due big del calcio spagnolo. Il Real Madrid (debutto questa sera a La Coruña) reduce da 18 mesi di gestione-Zidane da fantascienza (una Liga, due Champions, due Supercoppe europee, un Mondiale per club, una Supercoppa spagnola); il Barcellona (esordio casalingo con il Betis) mai così vicino alla fine di un ciclo, rappresentato non tanto dalla partenza di Neymar (uno smacco comunque non da poco) quanto dalla confusione che regna nella società, specialmente a livello di strategie di mercato, visto che l'acquisto di Paulinho aldilà della cifra spropositata (40 milioni) è apparso subito una mossa di pancia più che di testa. Detto che l'ex milanista Deulofeu difficilmente potrà sostituire O' Ney, il divario con il Real si fa ancora più marcato guardando alla cantera, fino a qualche tempo il fiore all'occhiello del club catalano.
Da qualche tempo la Masia sembra essersi inaridita, mentre con Zidane la Fabrica madridista ha ritrovato nuovo smalto. Se così il Real parte con i galloni di super-favorito senza aver ancora piazzato il colpo da 100 milioni (Mbappè), il Barcellona deve guardarsi le spalle dall'Atletico Madrid che, a dispetto del mercato bloccato fino a gennaio (arriveranno Vitolo e Diego Costa), ha tenuto Griezmann e può ancora contare sul valore aggiunto Simeone.
I Colchoneros partono a fari spenti dopo l'ultima stagione un po' in tono minore, ma proprio la navigazione sottotraccia rappresenta l'ambito preferito del Cholo, e magari alla fine per il titolo sarà proprio un derby di Madrid.
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