Roma - Il più bel regalo a Francesco Totti per i suoi 38 anni arriva da due compagni di squadra italiani. Uno romano doc come lui, l'altro per una sera partner nel reparto offensivo invece che alter ego del capitano. I gol di Florenzi e Destro fanno sì che anche la terza tappa casalinga del campionato della Roma abbia lo stesso esito delle due precedenti. Anche il Verona subisce la legge del 2-0 già pagata da Fiorentina e Cagliari e come contro i sardi, segnano i due azzurri esclusi eccellenti del gruppo mondiale di Prandelli - anche se in modo inverso. Quasi un evento unico in una squadra che parla quattro lingue e in un torneo dove i calciatori stranieri la fanno sempre più da padroni. A cambiare è il canovaccio: niente reti nel primo tempo (un inedito in stagione) nonostante venti minuti di possesso palla sui 31 effettivamente giocati, due nell'ultimo quarto d'ora, una sorta di liberazione dopo 90 minuti giocati all'assedio della porta veronese, non sempre con la lucidità necessaria merito anche di un avversario bravo a chiudere gli spazi e anche a offendere a tratti - ma sicuramente con la costanza di chi vuole continuare la serie positiva. Arrivata a cinque successi di fila, un percorso netto prima della supersfida del 5 ottobre con la Juventus.
Sarà pure il nipote che tutte le nonne vorrebbero, ma è anche un calciatore che molti allenatori gradirebbero nelle proprie squadre. L'ultima settimana di Alessandro Florenzi resterà forse una delle più belle della sua vita: domenica scorsa il gol che aveva blindato la partita con il Cagliari con la bellissima corsa verso nonna Aurora presente in tribuna, ieri, otto minuti dopo essere entrato in campo al posto di Totti, il potente destro che viola il bunker del Verona (con una doppietta negata solo dalla traversa). E come se non bastasse, il capolavoro di Destro: tiro da oltre 40 metri che sorprende un Gollini forse un po' fuori dai pali e poi abbraccia calorosamente Garcia, sussurrandogli qualcosa all'orecchio. Quasi a voler cancellare quel gesto di stizza in panchina chiarito con il tecnico francese e anche con i compagni - dopo la sostituzione nel match con il Cagliari. «Era tanto tempo che ci pensavo a un gol così, è capitata l'occasione buona e ci ho provato», così l'attaccante ascolano al secondo gol in stagione.
L'Olimpico festeggia Francesco Totti inondato ieri di messaggi da colleghi di ogni parte del mondo - e Garcia, che vorrebbe preservarlo per Manchester, continua nella sua filosofia: il capitano in campo il più possibile davanti ai propri tifosi, anche se dopo gli 80 minuti di Parma avrebbe avuto bisogno di rifiatare. E così ne gioca 67 contro il Verona, arrivando un passo dal gol almeno tre volte e potendo, se non fosse arrivato con un attimo di ritardo all'appuntamento, segnare una rete in tuffo di testa, assente finora dal suo ampio bottino e dal suo repertorio tecnico.
Garcia limita stavolta il turnover all'attacco, ma il tridente Ljajic-Totti-Destro non convince fino in fondo, visto che alla squadra manca la profondità. E se Maicon spedisce palloni a iosa in area, pur pagando qualcosa in fase difensiva, il centrocampo va in sofferenza perché spesso in inferiorità numerica. Nenè impegna il giovane Yanga-Mbiwa e fallisce almeno tre buone possibilità, Juanito Gomez testa i riflessi di De Sanctis che nell'occasione rischia di farsi male all'anca sinistra.
L'assedio continua fino a quando il proiettile di Florenzi non fulmina Gollini ed elimina quella cappa pesante che
stava scendendo sull'Olimpico. Destro si inventa un gol da antologia e chiude il conto sui titoli di coda. Partita archiviata, prima della Juve ci sarà da pensare al City, per i giallorossi una tappa-crocevia dell'Europa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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