Il vento della rivoluzione soffia sempre più forte nella Nazionale di Mancini e pare aver spazzato via gli ultimi frammenti della delusione per il Mondiale fallito. La strada per l'Europeo 2020, invece, è già tracciata: l'Italia diverte e ha una sua connotazione ben precisa. Poco importa se si giochi con un tridente leggero o con il centravanti da battaglia, come accaduto ad Atene. C'è una difesa, già vanto del nostro calcio, diventata di nuovo impenetrabile; la squadra è prolifica dal punto di vista realizzativo dopo il rodaggio in Nations League sotto le prime lezioni del ct (difficile trovare un precedente nella storia azzurra di undici gol segnati nelle prime tre gare di qualificazione europea); il motore del doppio mediano Jorginho-Verratti va a pieni giri tanto che il pallone è quasi sempre tra i piedi degli azzurri. Tanto che viene quasi da sorridere quando Roberto Mancini a caldo ha rimproverato i suoi perché «dovevamo fare il quarto gol». Pur essendo soddisfatto della crescita continua del gruppo e del «giusto atteggiamento, la partita si è sviluppata in questo modo perché lo abbiamo voluto noi».
La calda notte sotto l'Acropoli ha anche regalato un lampo, quello di Lorenzo Insigne. Che di «colpi vellutati» come quello mostrato contro la Grecia ne ha tanti nel suo repertorio, ma che ha sempre avuto un rapporto tormentato con la Nazionale. Lo dimostrano i due gol segnati in 19 partite ufficiali in azzurro e altri tre nelle 12 amichevoli. Ma se l'azzurro dell'Italia è stato sempre un po' sbiadito, da gennaio in poi era diventato opaco anche quello del Napoli. Tanto che «Lorenzinho» era stato fischiato e criticato pure dalla sua gente, persino nella partita numero 300 con la maglia dei partenopei, e aveva dato evidenti segnali di distacco. «Dopo questa stagione sono contento per il gol, ci voleva, segnare con l'Italia ha un sapore speciale - così Insigne al termine della notte magica di Atene - Ma era importante vincere per ottenere tre punti fondamentali per la classifica. Ora recuperiamo le forze, con la Bosnia (già 23.500 biglietti venduti, ndr) ci aspetta un'altra battaglia».
Sul valore del gruppo e sul ct Mancini, con il quale ha creato un buon feeling a differenza di quanto avvenuto con Conte (che pure lo aveva portato a Euro 2016 sistemandolo però in fondo nella gerarchia dell'attacco) e con Ventura (che lo aveva accantonato nel «disgraziato» spareggio playoff con la Svezia) Insigne ha risposto: «Io, gli altri giocatori, tutta la squadra, siamo dei bravi ragazzi che giochiamo tutti insieme e mettiamo intensità. Il mister sta creando questo gruppo, ma lontano si arriva tutti insieme. Mancini ci sta dando tanto, lo stiamo seguendo. Ha tanta esperienza, dobbiamo seguirlo».
E il capolavoro del ct, fino a questo momento e in attesa di test sempre più importanti, riguarda la mentalità vincente. L'Italia propone calcio e si crea le occasioni per prendersi la vittoria. Con questi presupposti, anche un giocatore di qualità come Insigne diventa un valore aggiunto.
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