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Conte e le sirene dall'estero: "Lì cercano tecnici italiani..."

Le richieste: potenziare la squadra e contratto fino al 2017. "Sul piano economico c'è difficoltà ad acquistare giocatori da 20-25 milioni. Per noi anche da 15"

Conte e le sirene dall'estero: "Lì cercano tecnici italiani..."

Dodici mesi fa esatti, alla vigilia del match contro il Palermo che diede il secondo scudetto di fila alla Juventus, Antonio Conte così parlò: «L'uomo resta al 100%, il professionista deve parlare con la società». Poi, nel post partita, aggiunse: «Confermo. Voglio chiarezza e vorrei vincere la Champions, possibilmente con la Juve». Un anno dopo, con il terzo scudetto sul petto e alla vigilia del match contro l'Atalanta, il tecnico leccese la butta ancor lì pur prendendola alla larga e partendo da un ragionamento sul calcio italiano: «In Europa, chi affronta le italiane non è mai contento. Certo, sul piano economico c'è difficoltà ad acquistare giocatori da 20-25 milioni e anzi, per quel che ci riguarda, anche da 15. Ma è la dimostrazione che i tecnici italiani sono molto apprezzati all'estero: da Capello a Lippi, da Ancelotti a Mancini e Spalletti, c'è una ricerca continua dei nostri allenatori. E ci sarà un motivo». Prima o poi potrebbe toccare pure a lui, che in effetti non ha mai nascosto di essere intrigato da un'esperienza fuori dai confini nazionali: difficilmente accadrà quest'anno, più avanti quasi di sicuro sì. Se poi nei prossimi giorni il confronto con la dirigenza non desse gli esiti sperati - leggi: certezze di potenziamento effettivo della rosa e allungamento del contratto fino al 2017, con ingaggio portato a 5 milioni l'anno - tutto potrebbe essere anticipato: magari lo United resta al momento inarrivabile, però per esempio il Monaco avrebbe argomenti sufficienti per farci almeno una chiacchierata.

Dopo di che - due giorni dopo la vergogna della finale di Coppa Italia, al cui proposito il parere di Conte è che «periodicamente ci indigniamo tutti, poi nessuno fa niente» - oggi c'è da festeggiare insieme ai tifosi e stop: «Al tricolore non ci si fa mai l'abitudine - aveva detto nella mattinata di ieri - e poco importa che arrivi davanti alla tv o in campo. Ai tempi del Bari conquistammo la promozione un giorno prima e con 4 turni di anticipo, contro il Livorno: mi piacque lo stesso». Certo che sì. E per il resto, giù il cappello: «Abbiamo fatto qualcosa di storico, perché solo nel quinquennio ne furono vinti tanti consecutivi: in precedenza, non ci sono riusciti grandi allenatori e altrettanti squadroni». Adesso non resta che vincere la partita casalinga numero 18 su altrettante gare disputate in campionato: l'Atalanta è tranquilla e beata da settimane, tanti dubbi non dovrebbero essercene. E altre cifre sono pronte a essere aggiornate: finora, in 111 partite di serie A sulla panchina bianconera, Conte ha raccolto 80 vittorie, 24 pareggi e solo sette sconfitte. Mai battuto nel campionato 2011-2012, andò cinque volte ko l'anno scorso mentre quest'anno è stato battuto solo da Fiorentina e Napoli collezionando 30 vittorie (a 31, diventa record assoluto nella massima serie) e tre pareggi: la possibilità di scavallare quota 100 è tuttora reale, così come l'eventuale successo sui bergamaschi sarebbe il numero 100 (coppe comprese) della gestione Conte. La cui truppa, facendo bottino pieno nelle due gare casalinghe che mancano, supererebbe anche il record di punti casalinghi (55) detenuto dal Milan 2005/06.

C'è da farsi girare la testa, stavolta rendendo omaggio alla Roma: «Ci hanno spinto a tirare fuori il meglio, ma io non ho mai criticato le squadre avversarie o parlato di aiuti particolari.

Mi sento pure in dovere di fare i complimenti anche al Napoli e alla Fiorentina e spero che la prossima stagione tutti possano aiutare la Juve a far riacquistare all'Italia un coefficiente Uefa migliore: negli ultimi due anni l'abbiamo fatto solo noi». Giusto per puntualizzare.

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