Rimonta meritata ma così non Var

Gli errori di Fabbri e dei fischietti che non sanno gestire la macchina

Rimonta meritata ma così non Var

Scusate ma così proprio non Var. Non funziona la novità rivoluzionaria del calcio di casa nostra e anche europeo perché poi sono gli uomini a leggere le immagini e a offrire interpretazioni che si contraddicono una settimana dopo l'altra. Per un girone e oltre, i falli di mano in area, specie quelli provocati in scivolata difensiva, col braccio alzato, sono stati tutti trasformati in rigore. Tutti. Forse con qualche rara eccezione molto discussa e criticata. La decisione dell'arbitro Fabbri, richiamato a rivedersi l'azione dal varista Calvarese, diventerà materia di dibattito televisivo e non solo. Perché lunedì mattina, in Lega, è prevista l'assise tra arbitri e società di serie A con Nicchi e Rizzoli schierati da parte, allenatori e capitani dall'altra. Come potranno spiegare a Gattuso e Romagnoli la scelta di Fabbri sul braccio alzato di Alex Sandro sul cross di Calhanoglu? E riusciranno a calmare Leonardo dopo lo sfogo di ieri («Errori arbitrali molto chiari e netti... arbitro inadeguato... deve gestire e calmare, non aumentare la tensione»)? Ascolteremo interessati ma nel frattempo altro veleno è stato versato nel pozzo del calcio italiano. Da quel pozzo tutti dobbiamo prendere acqua e rischiamo perciò se non l'avvelenamento ma di rimanere storditi se non ci saranno non domani, ma nelle prossime settimane, fischi e rigori uguali per tutti. È un peccato, un vero peccato, che l'episodio accaduto prima del gol di Piatek nel primo tempo, abbia tolto luce e spazio alla splendida reazione della Juve, rimasta per una frazione soggiogata dalla perfetta organizzazione del Milan, dall'aggressività di Bakayoko decisivo nel rubare palla a Bentancour e servire il suo sodale polacco autore del vantaggio rossonero.

È sempre un peccato, ancora, che l'ennesima rimonta della Juve maturata appena Allegri ha liberato dalla panchina il suo cavallino di razza, Moisè Keane, per non parlare dell'arrivo di Pjanic, sia stata in qualche modo oscurata dalla prova regina che ormai il var non è sufficiente, non basta più, non bisogna riscrivere il famoso protocollo, bisogna fare molto altro per ridare credibilità alla tecnologia che è l'ultima stazione prima di arrendersi alla fallibilità degli uomini, degli arbitri, dello stesso Fabbri ieri premiato con questa sfida per preparare il salto di qualità nella prossima stagione quando smetteranno fischietti come Mazzoleni e la nuova generazione non promette granché, purtroppo.

Il fattore K ha deciso anche questo Juve-Milan ma non si tratta del polacco che ha avuto tre palloni golosi da sfruttare e uno solo ha spedito in buca. Il vero fattore K è quello del 19enne allevato da Allegri e utilizzato subito in azzurro da Mancini a dimostrazione che forse abbiamo trovato una gemma, una pietra preziosa cui bastano pochi minuti per mettere la firma sul 2 a 1 che può voler dire anche scudetto, stasera. È pronto per l'azzurro e anche per la Juve che contro l'Ajax invece d'aspettare CR7 può puntare su questo ragazzo che non fa nulla di esagerato e di straordinario.

Anzi è proprio la capacità di sfruttare l'ordinario la sua qualità migliore con cui piazza quel destro a incrociare nell'area del Milan per cogliere Reina fermo con i piedi aperti e scovare proprio l'angolo scoperto.

Ecco, per concludere: Keane va che è una meraviglia e c'è soltanto da sperare che non disperda talento e temperamento tra litigi familiari e tempeste mediatiche.

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