
Dal nostro inviato a Bergamo
L'Italia veste l'abito giusto. Non è elegante ma è quello giusto per la festa, per battere la modesta Estonia come da pronostico e continuare a inseguire il Mondiale. Il sarto Rino Gattuso confeziona un vestito minimalista che regala tre punti all'insegna dell'attacco e si prende gli applausi nella sfilata a fine partita. Segnano i titolari Kean e Retegui (doppietta), poi Raspadori e anche Bastoni nella notte del tributo della Nazionale e di Bergamo a Giorgio Armani, a uno dei fuoriclasse dell'italianità nel mondo che veste l'Italia sportiva. Quel mondo che Re Giorgio ha conquistato e che l'Italia del pallone guarda dal divano da due edizioni e deve inseguire dopo la brutta sconfitta in Norvegia.
Il nuovo ct vara una squadra semplice. Dopo le elucubrazioni, tattiche e non, di Luciano Spalletti, ecco un modulo che più lineare non si può con un 4-4-2 vecchia maniera. Non c'è da inventare in assenza di campioni anche perché tolto Donnarumma, i due giocatori di statura internazionale occupano le caselle di centrocampo: Tonali e Barella. Ordinati e imprescindibili.
Gli occhi all'inizio sono puntati sulla panchina azzurra. Subito un ringhio quando Di Lorenzo viene toccato duro, poi uno sguardo al cielo, alla luna piena di Bergamo quando il sinistro di Politano e quello di Retegui sfiorano il palo. Kean spreca e allora Rino perde la pazienza sconsolato quando Dimarco svirgola un cross. Il primo tempo senza gol contro l'Estonia, che non è tra le prime cento nazionali nel famigerato ranking da sei anni, è il risultato di errori e di parate del portiere avversario. Il muro avversario non è imperforabile, ci si mette anche la traversa sui titoli di coda prima dell'intervallo. Non c'è da stracciarsi le vesti, ma i timidi applausi di Bergamo sono solo di consolazione.
La corsia di destra targata Napoli ha un Di Lorenzo in ombra, mentre Politano va a intermittenza così come Zaccagni. Il neo Ct nello spogliatoio si fa sentire, ma non fa nessuna mossa. E quando la volée di Tonali è fermata sulla riga da Hein qualche fantasma si materializza. Ma ci pensa Kean dopo un'ora a firmare il primo gol della gestione Gattuso. Il tacco di Retegui che deposita sulla testa dell'attaccante viola il pallone da spingere in porta è una perla. Un minuto di Kean fa infiammare lo stadio perché con una percussione di prepotenza centra anche un palo clamoroso. Zaccagni sbatte ancora sui guanti di Hien. I primi cambi sono sulla fascia mancina: Raspadori per il laziale e Cambiaso per Dimarco. E l'ex Napoli impiega due minuti per mandare in gol anche Retegui. Jack cala subito dopo il tris e alza l'onda azzurra.
Donnarumma partecipa alla festa sulle note dell'Inno blindando la porta. L'ex idolo di casa Retegui (azzurro grazie a Mancini) e Bastoni firmano il pokerissimo. Lunedì con Israele serve la controprova per dire se l'Italia c'è.