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Rivincita per tre, ecco la McLaren-Honda di Alonso

Team in difficoltà, giapponesi usciti male dalla F1 e Nando reduce dal flop Ferrari

Rivincita per tre, ecco la McLaren-Honda di Alonso

Regnava un'atmosfera di euforico déjà vu ieri a Woking. Senza ombre di nostalgia, il convincimento che la storia (di successi) possa ripetersi. Un ritorno al passato per dare gas al futuro. Con due rientri d'eccezione nel quartier generale della McLaren. Il primo, Fernando Alonso, che torna in Inghilterra dopo l'infelice parentesi del 2007, quando se n'era andato sbattendo la porta. L'altro, quello in fanfara della Honda. La riproposizione dello stesso connubio che a fine anni '80 aveva incoronato la McLaren regina indiscussa della Formula Uno. Un'egemonia prepotente ed assoluta che le aveva consegnato - con Ayrton Senna e Alain Prost al volante - quattro mondiali piloti e altrettanti costruttori (44 Gran Premi vinti). Difficilmente un simile predominio sarà ripetibile quest'anno. Forse anche per questo la parola più inflazionata, nel giorno della presentazione della nuova monoposto Mp4-30, è stata «sviluppo». Un po' per scaramantica prudenza, un po' per sano realismo. Per ribadire che la strada è lunga, e tutta in salita, dopo due stagioni disastrose.

Il primo a saperlo è il figliol prodigo Alonso, entusiasta in modo sospetto della nuova scuderia. Come se - dopo le amarezze ferrariste - credesse davvero di poter puntare al terzo titolo iridato. «Mi sento felice come quando mi era stata data la prima occasione al volante di una F1», le sue parole, inevitabilmente interpretate come impliciti riferimenti al recente passato a Maranello. «Voglio aiutare a scrivere un nuovo capitolo della storia McLaren-Honda - il proclama dello spagnolo -. Il primo obiettivo sarà quello di imparare il massimo dalla vettura durante i prossimi test per accelerare lo sviluppo. D'altronde la McLaren è sempre stata famosa per la sua capacità di portare aggiornamenti della vettura in modo rapido». Altra stoccata, non così indiretta, al suo vecchio team. Rispetto a sette anni fa, Alonso non ritrova come compagno l'arcinemico Lewis Hamilton ma uno scudiero fedele in Jenson Button. La miglior coppia di piloti possibile, secondo Ron Dennis. Che però non si sbilancia né in previsioni né in obiettivi minimi.

La consapevolezza generale, confermata da Button («non ci illudiamo che sarà facile»), è che la distanza dalla Mercedes resta ingombrante, nonostante le novità introdotte dal Peter Prodromou, capo-ingegnere strappato lo scorso autunno alla Red Bull.

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