L'atmosfera boite de nuit del milanese teatro Principe ha restituito l'atmosfera del tempo e buona boxe. Michele Di Rocco ha conservato l'europeo welters junior, battendo per kot al 9° round lo sfidante danese Kasper Bruun, e dimostrato di essere il pugile italiano forse meglio dotato. Preciso, abile nella guardia, pieno di stamina interiore, peccato che i colpi non facciano male: il suo limite. Di Rocco ha praticamente vinto il match al 4°round facendo contare l'avversario per un chirurgico colpo al fegato, poi ha atteso che l'altro mollasse. E ora? «Vorrei difendere un paio di volte l'europeo, poi il mondiale». Il campione del mondo più avvicinabile è l'americano Danny Oscar Garcia, troppo potente e pericoloso per il nostro. Parla il record: 29 match, 17 vinti per ko, nessuno perso. Nel sottoclou del Principe, affollato dai giovani, il match fra i due laureati è stato vinto da Alessandro Caccia per kot al 6° round. Caccia è laureato in scienze motorie.
De Donato, lo sconfitto, si intende di marketing: nei pugni ha bello stile ma poca potenza.
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