Roma - n derby per 55mila fortunati e soprattutto di alta quota. Mai in 23 anni di stracittadine da tre punti (dalla stagione 1994-95) era accaduto che Roma e Lazio si ritrovassero alla vigilia con il tesoro comune di oggi: 55 punti dopo 11 partite - entrambe devono recuperarne una - su un totale disponibile di 66. Eusebio Di Francesco ha smentito i più scettici che non lo ritenevano all'altezza di una panchina importante, rimanendo al passo con i big e giocando un'ottimo girone di Champions; Simone Inzaghi ha già messo in bacheca il primo trofeo della stagione e ha trascinato i biancocelesti al record di vittorie di fila tra campionato ed Europa League.
È il primo derby da quando Francesco Totti è passato dal campo alla scrivania, lui che è stato protagonista per un quarto di secolo delle sfide con i laziali. «Dura seguire le partite dalla tribuna...», così l'ex numero dieci al debutto da dirigente a Bergamo il 20 agosto scorso. Figuriamoci questa che è una sfida da vertigini e che Totti ha deciso anche a 40 anni. Ora ci sono protagonisti più giovani, compresi gli allenatori, che ammantano la vigilia di «bon ton»: parole pacate, complimenti vicendevoli, il ricordo della tragedia di Gabriele Sandri di 10 anni fa (Totti e Peruzzi hanno incontrato il fratello e il padre all'Olimpico, ndr) e la convinzione comune che non sia una gara come le altre. «Una partita deve unire e non dividere, giusto il campanilismo ma prima di tutto deve essere una festa», l'appello dei tecnici. Di Francesco, alla «prima» contro la Lazio da allenatore, e Inzaghi hanno dovuto anche vestire i panni di psicologo-motivatore, visto che a Trigoria e a Formello sono tornati gli azzurri delusi dalla mancata qualificazione al Mondiale. E su una cosa sono d'accordo: il calendario dà subito ai loro giocatori la possibilità di riscattarsi in una gara importante.
«Per me con merito tutte e due le squadre sono lì in vetta - così l'allenatore della Roma che ha la migliore difesa del campionato -. Tutti dicono che siamo più forti tecnicamente della Lazio, ma loro negli ultimi anni hanno sbagliato pochissimo negli acquisti, sono molto bravi a fare le scelte. Oggi come oggi sono squadre che se la giocano alla pari, lo dicono i numeri». Emozione, non pressione, è lo stato d'animo di Di Francesco. «In settimana ho accusato un dolore al ginocchio e Kolarov (l'atteso ex della gara, ndr) mi ha detto: "Sono io che ho giocato nella Lazio, non tu..."», ha rivelato il tecnico giallorosso. Nainggolan stringerà i denti («lui, a differenza di altri giocatori, può arrivare a una partita all'80 per cento») e così si ricomporrà l'undici che ha «atterrato» il Chelsea.
E all'undici che ha fatto le fortune della Lazio (anche nel derby della passata stagione) si affiderà Inzaghi, alla quinta stracittadina da allenatore. L'acciaccato Immobile - definito da Di Francesco il «pericolo numero uno», è giù anche moralmente per non essere riuscito ad aiutare l'Italia e Ventura - sarà recuperato («è un generoso, dall'anno scorso ha saltato solo due gare», così il tecnico) ed è pronto a ripartire dai 14 gol segnati. Milinkovic-Savic e Luis Alberto hanno fatto capolino nelle loro nazionali, con la speranza di accompagnarle in Russia, e vogliono sfruttare ancora il loro momento d'oro.
«Dobbiamo affrontare questa gara con corsa, aggressività e determinazione, anche la Roma ha grande qualità e non avrà paura di affrontarci», ha sottolineato Inzaghi. Mille gli agenti impiegati per la sicurezza, la speranza è che prevalga la civiltà. Per non rovinare la bella stagione delle romane.
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