Roma, luce a San Siro. Mou rimonta dal bus e lascia l'Inter al buio

Avanti con Dimarco, pari del rimpianto Dybala, poi Smalling. È crisi: in A, 4ª sconfitta in 8 partite

Roma, luce a San Siro. Mou rimonta dal bus e lascia l'Inter al buio

Milano. Quattro sconfitte in otto giornate di campionato. La sosta non guarisce l'Inter, dal tracollo di Udine al ko con la Roma. C'è modo e modo di fare la storia. E Simone Inzaghi a Milano finora ha scelto quello sbagliato perché ha eguagliato la peggior partenza di sempre, quella del 2011-2012 con un poker di ko. Allora dopo quattro giornate era già stato esonerato Gasperini, ora su Inzaghi tornano nuvole minacciose perché parlare di miglior partita non lo aiuta. Aveva incassato la fiducia di Zhang e dirigenza durante la pausa delle nazionali, ma la lezione di Mourinho lo rimette sulla graticola. E all'orizzonte c'è il Barcellona martedì, crocevia decisivo per la Champions. Il tecnico sa che i jolly ormai se li è giocati tutti, soprattutto in campionato dove è indifendibile come la sua difesa dove Skriniar è irriconoscibile: 13 gol già subiti. E la Roma mette a nudo i limiti nerazzurri. Lo Special One al terzo tentativo vince in quella che è stata la sua casa seguendo la partita in tv sul pullman perché squalificato. Uno scalpo pesante per quella che potrebbe essere la svolta anche se si ferma di nuovo Dybala, che lo aveva rimesso in carreggiata dopo un primo tempo grigio.

Meglio le scelte iniziali di Inzaghi con i rigenerati dalla Nazionale: Acerbi e Dimarco. Mourinho sorprende San Siro con Pellegrini falso nove, ma condanna Zaniolo a una partita anonima tenendo in panchina due centravanti: Abraham e Belotti. Il primo tempo è in 3D: Dzeko, Dimarco e Dybala. L'ex apre subito la gara con un'azione stile rugby, ma il Var lo pesca in fuorigioco. L'Inter non cerca Asllani vice Brozovic a furor di popolo, l'albanese non fa troppo per farsi trovare. La prima mezz'ora scivola via con la Roma a guardare lo sterile possesso palla dei nerazzurri. Qualche lancio lungo di troppo fino all'imbeccata di Barella che manda in porta Dimarco con la complicità di Rui Patricio. Primo gol a San Siro con la maglia giusta, di lui si ricordava un siluro ai tempi del Parma, per questo ragazzo di Porta Romana, interista da sempre per tifo e carriera professionale.

L'Inter si gode troppo il vantaggio e alla prima distrazione viene punita. L'isterico Barella, che urla a tutto e a tutti, perde un pallone sanguinoso sulla trequarti e Spinazzola invita al tiro la Joya, che non si fa pregare: sinistro al volo, Handanovic sulla traiettoria non trattiene. Dybala gela quello che sarebbe dovuto essere il suo stadio. Per un mese bloccato e poi liberato per l'arrivo di Lukaku, seduto in tribuna da oltre un mese, mentre la Joya si è preso la Roma di Mourinho. E quando la lascia dopo un'ora per un altro problema muscolare è un brutto segnale per i giallorossi come se l'Inter si fosse liberata di un sogno estivo diventato incubo. Calhanoglu centra la traversa, Asllani guadagna fiducia e sale in cattedra l'altro argentino: Lautaro a lungo anonimo, colleziona cartellini gialli.

Ma è solo un'illusione perché dal nulla sbuca Smalling a completare la rimonta di Mourinho, uno che la storia l'ha fatta davvero da queste parti. Di questo passo lo stesso non si potrà dire per Inzaghi: a meno otto dalla vetta l'autunno dell'Inter è un anticipo d'inverno.

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