Ronaldo e Dybala le facce tristi della Juve

CR7 senza gol non riesce ancora a luccicare. E la Joya per lasciargli spazio è uscito di scena

Ronaldo e Dybala le facce tristi della Juve

Preoccupato Ronaldo, disoccupato Dybala. Le chiacchiere stanno a zero in casa Juventus ma il problema esiste. Non ci sono grandi notizie del fenomeno portoghese. Dopo tre partite non ha ancora segnato, ma non è questo il problema, infatti l'anno scorso con il Real Madrid, dopo aver saltato per infortunio le prime quattro partite, aveva dovuto attendere l'ottava giornata per presentarsi all'appello fuori casa contro il Getafe a metà ottobre. Era la quarta presenza consecutiva, quattro è un numero simbolo di Cristiano: la prima coppa dei Campioni con il Manchester United arrivò al quarto anno, così la prima con il Real Madrid. Ovviamente a Torino si augurano che le teoria del numero venga smentita, almeno in Champions, mentre dovrebbe essere ribadita al prossimo turno di serie A, il 16 settembre contro il Sassuolo.

Oltre alla superstizione c'è la realtà del campo: Cristiano Ronaldo, per il momento, è una premessa, non certo una promessa. Si agita, si muove ma sembra ancora in prestito alla Juventus, non fa veramente parte del gioco, questo, tra l'altro, lento e prevedibile, cerca la posizione migliore e, soprattutto dopo la sconfitta di Montecarlo, dove il croato Modric lo ha superato nella classifica del miglior calciatore dell'anno, Cristiano Ronaldo è sembrato svigorito, silenzioso, senza mai una reazione del suo repertorio, agli interventi degli avversari o dell'arbitro. Passivo, dunque. E così la Juventus deve ancora capire come sfruttare al meglio, anzi al massimo, il potenziale esplosivo del portoghese, il suo valore tecnico e tattico al di là del peso contabile che non ha riscontro in campo.

Nella nebbia di CR7 è finito Paulo Dybala che fino allo scorso campionato era il numero uno indiscusso e indiscutibile, per talento e imprevedibilità. Allegri ha scelto di tagliare la testa all'argentino, come è toccato a Higuain (dopo Tevez). Dybala in panchina è una bestemmia, anche a livello patrimoniale. Ma è una esigenza del tecnico livornese che al coraggio preferisce la prudenza, la calma all'aggressività. Il totale, per il momento e sarebbe inopportuno e ignorante emettere sentenze definitive, porta la Juventus a ottenere il risultato pieno, cioè i tre punti ma con una sofferenza non richiesta e dovuta, contro avversari non certo irresistibili. Lo stesso Allegri aveva affermato, sul finire della scorsa stagione, che il calcio è gioco semplice, fatto da chi lo sa praticare con estro, fantasia, arte. Di logica, l'arrivo di Ronaldo avrebbe fatto pensare all'utilizzo di Dybala a fianco del portoghese, lo stesso argentino si è messo all'ombra del collega, a seguire ogni figura del protagonista. Ma, è il paradosso, ha perduto il posto di titolare in favore di Mandzukic.

L'equivoco, se tale è, andrà risolto da Allegri e dai due artisti, Dybala e Cristiano Ronaldo.

Possono coesistere ma Allegri dovrà fare scelte più delicate, lasciar fuori Douglas Costa, Bernardeschi o Cuadrado, tre uomini dalle caratteristiche simili ma non analoghe. La Juventus è prima giocando un football non certo esaltante, anzi modesto. Aspetta i gol di Ronaldo ma non può rinunciare a quelli di Dybala. E' un problema di Allegri. Ma è un problema anche del bilancio del club.

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