Sagan si prende tutto: volata e maglia gialla

Sprint vincente del campione del mondo: nuovo leader dopo la caduta di Gaviria

Pier Augusto Stagi

La Roche su Yon Se fosse solo uno sport individuale dovremmo parlare solo di Froome e Nibali, Quintana e Bardet, oppure di Peter Sagan e Sonny Colbrelli, che ieri hanno messo in scena una volata al cardiopalmo, uno sprint di rara bellezza, perso dal bresciano (compagno di squadra di Nibali) per un palmo di mano dal folletto slovacco, tre volte campione del mondo, a bersaglio per la 9° volta al Tour. Successo che gli regala la quarta maglia gialla in carriera.

Se fosse solo uno sport individuale, dovremmo parlare di Fernando Gaviria, partito in maglia gialla ieri mattina, e transitato sul traguardo alle cinque della tarda con la maglia a brandelli e qualche botta di troppo per l'ennesima caduta che l'ha visto coinvolto ai 2 km dall'arrivo che l'ha tolto dai giochi.

E dovremmo quindi parlare anche di Marcel Kittel, che ha forato a 7 km, e ha dovuto solo guardare il plotone filare via. Oppure di Impey, Matthews e Haussler, tutti coinvolti nella caduta che è costata cara a Gaviria.

Dovremmo parlare dello spagnolo Luis Leon Sanchez che finisce a terra: botta al gomito destro e Tour finito in ambulanza. Ma anche di Adam Yates, che ieri è andato giù per la seconda volta in due tappe. Dello svizzero Silvan Dillier ripartito malconcio e livido come pochi. E lo stesso dovremmo fare per l'etiope Tsgabu Grmay della Trek-Segafredo: il primo a ritirarsi in questo Tour dolori addominali.

Invece il ciclismo è uno sport di squadra e oggi è uno di quei giorni in cui il singolo ha bisogno più di altre volte del suo staff, del suo team, dei suoi compagni di squadra, perché è sì uno sport individuale, ma è solo un'impressione: uno scherzo ottico.

Oggi a Cholet si corre una cronosquadre di 35,5 km piuttosto temuta. Una prova contro il tempo adatta a formazioni che sono dotate di passisti e specialisti, come la Sky di Froome, che ha la concreta possibilità di recuperare quei 51 che ha perso sabato in seguito ad una caduta. Per Nibali e la sua Bahrain Merida è invece la prova del fuoco.

Obiettivo, perdere il meno possibile. «Vedrete, andremo meglio di quanto voi possiate immaginare», ha ribadito il siciliano. Perché la prova possa essere considerata un successo? Se il gap con Froome non andasse oltre il minuto, ci sarebbe da festeggiare.

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