N on sarà facile. Non sarà facile scegliere l'erede di Allegri. Non sarà facile, per lo stesso erede, proseguire e ribadire il lavoro e i risultati. Perchè guidare la Juventus è un impegno diverso dagli altri e allora serve una figura che sappia capire il ruolo e il valore del club, la sua storia e la sua tradizione. Non è propaganda politica e poi elettorale. L'identikit del nuovo allenatore si presta alla fantasia ma deve fare i conti con la realtà. Una realtà che è anche contabile, perchè la Juventus, per restare competitiva, abbisogna di innesti di qualità ma per arrivare a questi occorre una disponibilità economica che, per il momento, non è uguale a quella che ha permesso ad Andrea Agnelli, negli anni, di costruire una squadra, un gruppo, un club. Lo stesso presidente ha ribadito che tocca a Fabio Paratici il compito di allestire la nuova Juventus, la sua responsabilità sarà totale. Una delega che ha fatto tornare in mente un analogo discorso fatto da Gianni Agnelli a Italo Allodi definito Santa Rita dell'impossibile in occasione della festa dello scudetto del 73.
Ma stavolta Fabio Paratici dovrà correre ad alta velocità, sia nella ricerca dell'allenatore che nelle scelte di mercato, in uscita per fare cassa, molta cassa, in entrata avendo già portato in organico Ramsey e uno tra l'argentino Romero del Genoa e il turco Demiral del Sassuolo, entrambi acerbi ma a lezione dal docente Barzagli, futuro componente dello staff tecnico.
E' più facile dire e scrivere chi non abbia alcuna possibilità di prendere il posto di Allegri: Josè Mourinho, considerato reduce da se stesso, Pep Guardiola per scelta del catalano, Pochettino, sopravvalutato, Klopp idem come per Guardiola. Marciano in corteo altri nomi, quelli nostrani, Simone Inzaghi però sotto contratto di Lotito con annessi e connessi, Mihajlovic, già prenotato e poi cancellato, l'olandese Ten Hag, il campione del mondo Deschamps, il londinese Sarri, figure diverse, anzi opposte.
La Juventus non può sbagliare, non può commettere l'errore del periodo successivo a Calciopoli quando in tre stagioni cambiò cinque allenatori, Corradini, Ranieri, Ferrara, Zaccheroni, Del Neri, prima dell'arrivo di Antonio Conte la cui ricandidatura, che scalda i cuori ma, per fortuna, non la teste, è stata proposta ieri da un cronista ad Agnelli, ovviamente senza risposta, e accolta da Allegri con un sorriso furbastro.
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