San Siro, i fatti separati dagli interessi

Inter e Milan per la demolizione, il Comune l'ha promesso per i Giochi...

San Siro, i fatti separati dagli interessi

I fatti separati dalle opinioni fu lo slogan fortunato e didascalico del noto settimanale Panorama. Nel caso di Milano e del piano per il nuovo stadio presentato da Inter e Milan agli uffici comunali del sindaco Sala bisognerebbe correggere in «i fatti separati dagli interessi». Succede infatti che la candidatura di Milano-Cortina, battendo la temibile concorrenza di Stoccolma, abbia ottenuto i Giochi invernali del 2026 impegnandosi per iscritto a svolgere la cerimonia inaugurale nel catino suggestivo di San Siro. Ora i due club milanesi hanno approntato un masterplan che prevede da un lato la costruzione del nuovo impianto entro il 2023 e chiedono, non per iscritto, attraverso qualche riunione carbonara, di trasferire nello stadio nuovo l'appuntamento olimpico. Sul punto due sono le riflessioni da condividere. La prima: non lo fanno per presentare al mondo l'eventuale gioiello costruito nello stesso quartiere, lo fanno perché pretendono l'abbattimento di San Siro al posto del quale dovrebbe sorgere il distretto multifunzionale, espressione che vuol dire hotel, centri commerciali, il vero business. La seconda: non è complicato immaginare quale sarebbe la reazione del Cio dinanzi al cambiamento, a qualche giorno di distanza dall'assegnazione di Losanna, del teatro principale della manifestazione. Commento scontato: i soliti italiani! Chiosa finale: Inter e Milan possono costruirsi la qualunque ma non devono pretendere di demolire un pezzo della storia milanese.

E si è lavorato per evitare un'altra macchia a questa storia: sottostare al ricatto degli ultrà.

E così, nonostante le proteste delle due tifoserie, ieri sera è arrivato anche l'ok anche del Milan, dopo quello dell'Inter, per consentire all'Atalanta di giocare a San Siro le gare di Champions della prossima stagione: «Opportunità di beneficio non solo per l'Atalanta, ma per tutto il calcio italiano», recita la nota ufficiale del Milan.

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