Russia 2018

Se CR7 si addormenta c'è sempre un Trivela che salva il Portogallo

Segna Quaresma. Ronaldo sbaglia un rigore il Var gli evita l'espulsione, ma l'Iran pareggia

Se CR7 si addormenta c'è sempre un Trivela che salva il Portogallo

Nel mondiale delle sorprese non ci sono partite scontate. Aggiungere anche Iran-Portogallo, grazie. Succede di tutto. Ronaldo sbaglia un rigore e viene graziato perché rischia l'espulsione via Var per una sbracciata. L'arbitro opta per un giallo, ma la faccia di CR7 in attesa del cartellino era di uno che sapeva di aver fatto qualcosa e di rischiare grosso. L'arbitro non ha avuto il coraggio di cacciarlo, salvando il mondiale del capitano portoghese, che dopo un avvio scintillante rischiava di finire nel peggiore dei modi. Perché poi l'Iran ha pareggiato e rischiato di vincere. Queiroz, portoghese sulla panchina asiatica, va a casa perdendo solo di misura con la Spagna e fermando il «suo» Portogallo, salvato da Quaresma. Quando riposa CR7, ci pensa sempre lui. Era già successo agli Europei, contro la Croazia, ieri l'ex interista ha segnato il suo primo gol nel Mondiale russo che qualifica il Portogallo solo come seconda, avendo segnato meno reti della Spagna.

Dunque decisiva la trivela nella sfida tra «padre e figlio». Cioè Queiroz e Cristiano Ronaldo. Un rapporto filiale nato allo Sporting Lisbona, dove l'allenatore scopre CR7 e lo porta al Manchester United. La fortuna è reciproca. In Inghilterra Queiroz, vice Ferguson, guida come un padre i primi passi di Cristiano. Poi se ne andrà, pagato a peso d'oro dal Real Madrid. Ma è solo un arrivederci con Queiroz, che nel 2008 diventa ct del Portogallo. L'asse padre-figlio sembra l'ideale per far volare i lusitani. Invece qualcosa si rompe: in sedici mesi CR7 segna appena un gol in gare ufficiali. E quando il Portogallo esce dal Mondiale sudafricano perdendo con la Spagna, Ronaldo scarica il suo papà calcistico accusato di eccessivo difensivismo. E nell'autunno successivo, non è un caso che Queiroz venga esonerato dalla federcalcio portoghese. Si dirà anche per volere della stella del Real Madrid.

Ieri si sono ritrovati da avversari. Queiroz ha cantato l'inno portoghese prima di provare a imbrigliare nella sua ragnatela la nazionale del suo Paese. Ronaldo ha avuto un sussulto all'inizio, poi la squadra asiatica ha eretto il solito muro. Iran irritante quanto spigoloso nella sua capacità di chiudere gli spazi e di avere un paio di potenziali occasioni. Però se quello che viene chiamato il Messi dell'Iran, tal Amzoun, viene appiccicato a William Carvalho, è difficile segnare. Squadra anche folkloristica come quando portiere e difensore litigano o quando a inizio ripresa gli iraniani protestano per un rigore concesso con il Var per un fallo su CR7.

Poi nel pazzo torneo russo succede anche che Cristiano Ronaldo, uno che dal dischetto non sbaglia quasi mai, si faccia parare il tiro dagli undici metri da tal Beiranvand. Chissà se abbia influito la notte insonne per colpa dei tifosi iraniani che hanno a lungo rumoreggiato sotto le finestre dell'hotel con il portoghese a chiedere silenzio. A prescindere dal motivo, imitato Messi contro l'Islanda: un colpo al morale del capitano portoghese pensando al prosieguo del torneo. Ma Ronaldo fa anche peggio quando rischia di farsi cacciare per un colpo proibito a un avversario: i dubbi restano e sono tanti. Invece «papà» Queiroz si lancia in assurde richieste di Var. L'ultima invece è quella buona: pareggia Ansarifard, più bravo per una notte di CR7. Applausi all'Iran. Il Portogallo lo salva Quaresma.

Una trivela che vale gli ottavi, ma solo il secondo posto e la sfida con l'Uruguay.

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