Sei Nazioni, gli azzurri placcano l'Italexit

Gli inglesi: "Fuori". Da Mauro Bergamasco a Checchinato. "Polemiche sterili"

Sei Nazioni, gli azzurri placcano l'Italexit

«È tempo di buttare l'Italia fuori dal Sei Nazioni». Dall'Inghilterra si chiede a gran voce l'esclusione degli azzurri dal torneo più antico del mondo. Il Times, prestigioso quotidiano britannico, non usa mezzi termini e chiede di sbatterci fuori «a beneficio della reputazione del torneo ma paradossalmente - anche per il bene dell'Italia». A sostegno di questa tesi, il fatto che in vent'anni esatti la nostra Nazionale dell'ovale ha vinto solo 12 volte in 103 partite (l'ultimo successo in Scozia nel 2015), con una media leggermente superiore a un successo ogni nove partite. «Quest'anno si legge nell'articolo - l'Italia non è stata capace di segnare un punto con Galles e Scozia, perdendo 42-0 a Cardiff e 17-0 a Roma: è un chiaro segnale che il torneo ha bisogno di un sostanziale ribaltone».

La litania sull'Italexit si ripete a ogni arrivo di primavera, ma certo non ci aspettavamo l'ennesimo duro attacco da Oltremanica proprio nel bel mezzo della tempesta coronavirus, nel momento in cui dovremmo tutti restare uniti. «L'Italia scrive ancora il Times - farebbe meglio a misurarsi in una competizione in cui siano favoriti, e non in una dove vengono sovrastati e battuti pesantemente. Romania e Georgia rappresentano il livello di competitività dei loro standard».

Gli azzurri sono stati ammessi al torneo nel 2000 e hanno un accordo per la partecipazione fino al 2024. Ciò nonostante il quotidiano inglese auspica un ritorno al Cinque Nazioni. Se per il presidente Fir, Alfredo Gavazzi, questo «non accadrà», per l'ex capitano azzurro Giovanelli «un Sei Nazioni con retrocessione dell'ultima classificata ci può stare».

Per l'icona azzurra Mauro Bergamasco «le polemiche sterili non servono, ma ora pensiamo a salvare quelle realtà che stanno morendo».

Secondo l'ex seconda linea Carlo Checchinato «il Times cerca la polemica, ognuno può dire quello che vuole. L'ingresso dell'Italia nel Sei Nazionali è stato fondamentale per il rugby italiano, noi paghiamo soltanto il fatto che il rugby non è uno degli sport più praticati».

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